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Ansia per Celine Dion: “Non sto bene”, cancellati tutti i concerti fino al 2024

Celine Dion, nuovo annuncio da parte della cantante, che cancella, così come qualche mese fa, tutti i concerti, fino al 2024

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Ancora una volta, è costretta ad annullare tutti i concerti: prosegue il periodo sfortunato per Celine Dion, che per motivi di salute ha cancellato tutte le manifestazioni fino all’aprile 2024. L’artista lo ha reso noto attraverso un comunicato degli organizzatori della sua tournée all’Afp.

“Mi dispiace tanto deludervi ancora una volta – ha scritto Celine Dion in un comunicato postato sui suoi canali social. Sto lavorando sodo per ricostruire le mie forze, ma andare in tour può essere molto difficile anche quando sei al 100%”. Dion si dice addolorata ma “è meglio che cancelliamo tutto ora fino a quando non sarò davvero pronta per tornare di nuovo sul palco. Voglio che tutti sappiate”.

La cantante canadese, come hanno specificato gli organizzatori, “soffre di una rara patologia neurologica” contro la quale “sta continuando le cure”. Già nello scorso dicembre l’annuncio della cancellazione o del rinvio dei concerti in calendario in Europa tra febbraio e luglio 2023.

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“Celine – si legge sui social della cantante canadese – verrà in tutte queste città a esibirsi per i suoi fantastici fan, ma quel momento non è adesso”. La patologia di cui soffre attacca il sistema nervoso centrale e provoca spasmi muscolari e rigidità.

Celine Dion aveva completato 52 date del suo “Courage World Tour” prima della pandemia. Poi l’arrivo del Covid ha costretto a sospendere tutto e anche quando l’attività live è poi ripartita la cantante non ha potuto riprendere a causa della malattia che l’ha colpita. È ormai dall’ottobre 2021 che la cantante non ha pace e continua ad annullare concerti.

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Cronaca

Tragedia a Palermo: incendio in casa, donna muore folgorata

E’ probabile che il rogo sia stato provocato da un corto circuito: all’arrivo dei vigili la donna è stata trovata morta

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Tragedia nella serata di ieri a Palermo, dove una donna di 86 anni, Maria Uliana, è morta folgorata. La vittima si trovava nel proprio appartamento, in via Umberto Giordano.

Il decesso sarebbe avvenuto probabilmente dopo un corto circuito dell’impianto elettrico. Sarebbe stato questo, secondo quanto trapelato, ad innescare poi anche un incendio all’interno dell’abitazione. (continua sotto)

La casa della donna si trova al primo piano. Dopo il rogo sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco, che hanno trovato la vittima senza vita, dopo avere spento le fiamme. Sono intervenuti, oltre ai vigili, i carabinieri, la polizia ed i sanitari del 118. Si indaga per capire con esattezza cosa abbia provocato il tragico incidente.

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Cronaca

L’ex area Blutec di Termini Imerese va a Pelligra: la conferma del ministro Urso

La previsione dell’assunzione di almeno 350 dipendenti ex Blutec, attualmente in cassa integrazione

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a seguito dell’individuazione da parte dei Commissari straordinari e previo parere del Comitato di sorveglianza, ha autorizzato il perfezionamento dell’atto di cessione del ramo d’azienda di Termini Imerese di Blutec Spa in amministrazione straordinaria alla Pelligra Italia Holding Srl, in quanto aggiudicataria della gara.

Lo fa sapere il Mimit. Il piano di Pelligra Holding Italia Srl, comparato alle altre offerte ricevute (5 in tutto) – sottolinea -, è risultato “l’unico pienamente rispondente alla disciplina di gara, con una offerta di 8 milioni di euro e la previsione dell’assunzione di almeno 350 dipendenti ex Blutec, attualmente in cassa integrazione, con garanzia di impiego per i prossimi 24 mesi”.

L’assegnazione, sottolinea inoltre il Mimit, si inserisce in un più ampio progetto di rilancio del polo industriale di Termini Imerese che riguarda, oltre alla riqualificazione dell’area industriale, il potenziamento del porto e lo sviluppo di un interporto integrato all’area.
Pelligra Italia Holding Srl, partecipata italiana dell’impresa australiana Pelligra Australia Pty Ltd che opera nel settore dello sviluppo immobiliare commerciale, industriale e residenziale, ha proposto un progetto di riconversione immobiliare al fine di creare un distretto industriale ad alta tecnologia da destinare a uso misto commerciale/manifatturiero.

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Oltre alla riconversione del sito industriale, evidenzia ancora il ministero, il progetto di rilancio del polo di Termini Imerese prevede anche connessioni con il porto, che è stato commercialmente potenziato grazie allo spostamento della stazione container dal porto di Palermo, e che quindi diventerà il principale scalo commerciale della Sicilia occidentale a partire dal prossimo mese di novembre.

L’interporto consentirà invece di combinare differenti modi di trasporto (strada, ferrovia, mare), rendendolo il baricentro intermodale di un’ampia zona di produzione.
Con riferimento al piano industriale di Pelligra e al relativo business plan saranno due le fasi di intervento: la prima riguarda la riqualificazione degli opifici industriali mediante l’ausilio della manodopera assorbita e formata (almeno 350 unità); la seconda riguarda la diversificazione dei soggetti da insediare nel complesso industriale. In questa fase potranno trovare collocazione gli stessi lavoratori già impegnati nella riconversione dei siti.
Il Mimit, assieme al sistema pubblico locale (regione Sicilia e comune di Termini Imerese), “metterà in campo i propri strumenti per supportare e accompagnare il lavoro di riqualificazione dell’area nei prossimi mesi in modo da poter arrivare ad un obiettivo di piena occupazione e di ripresa di importanti attività manifatturiere e logistiche”.

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Cronaca

Strage Altavilla, interrogata la 17enne: “Nessun pentimento, riti confermati”

Il colloquio è durato sei ore e si è svolto a Roma, dove la giovane si trova rinchiusa. La ragazza non ha “ritrattato”

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Avrebbe confermato di avere partecipato alla strage della villetta di ALtavilla Milicia, ma ha aggiunto anche ulteriori particolari, consegnando agli inquirenti nuovi “contributi” per l’inchiesta. Si tratta di quanto emerso dopo l’interrogatorio della ragazza di 17 anni, figlia di Giovanni Barreca, coinvolta nel massacro di febbraio.

Il colloquio, che si è svolto nella giornata di ieri, è durato sei ore e si è svolto a Roma, dove la giovane si trova rinchiusa. La ragazza non ha “ritrattato” quanto raccontato la prima volta alla procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, e non ha mostrato alcun segno di pentimento.

La figlia di Barreca ha confermato infatti il primo racconto, in cui ammetteva i tre omicidi. E ad aprile verranno sentiti anche Giovanni Barreca e la coppia di complici, Massimo Carandente e Sabrina Fina. I due si sono detti “innocenti”.

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Per la ragazza quello di ieri è stato il secondo interrogatorio, ed era stata lei stessa, nella prima occasione, a confessare tutto ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l’arresto del padre, Giovanni, reo-confesso dei delitti. Quella che è stata l’unica superstite della strage avrebbe detto “credo in dio e nei demoni” , e proprio per avere condiviso il “progetto” sarebbe stata risparmiata.

La ragazza aveva anche raccontato che “per liberare la casa”, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, “avevano pregato”. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Insieme al padre e ai complici l’adolescente ha torturato la madre, contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino, ustionata col phon. Dopo Pasqua saranno risentiti anche Barreca e gli altri due indagati.

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Cronaca

“Messina Denaro venerato dopo la morte”: connivenze Sanità, l’allarme del gip

Le parole del gip, dopo gli arresti: “Connivenze verso il boss nelle strutture sanitarie sono preoccupanti”

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Il ruolo pubblico di Messina Denaro, anche dopo la morte. Sono importanti i dettagli emersi dopo gli ultimi arresti a proposito della “rete” costruita dal boss mafioso prima della latitanza. “Oltre a destare allarme sulla capacità di Cosa nostra di espandersi all’interno dei centri di spesa pubblici – ha scritto il gip di Palermo, Alfredo Montalto – l’attuale ruolo pubblico ricoperto da Massimo Gentile determina un innalzamento ai massimi livelli delle esigenze cautelari“.

LEGGI ANCHE: Mafia, la “rete” di Messina Denaro: in manette tre “insospettabili”

Così nella misura cautelare il gil parla della figura dell’architetto di 51 anni, responsabile dei Lavori pubblici del Comune di Limbiate, che ha anche la gestione dei fondi del Pnrr, arrestato con l’accusa di essere un fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro.

“Il quadro di connivenze in favore del latitante, fuori e dentro le strutture sanitarie, sta assumendo dimensioni allarmanti e imporrà a quest’ufficio ulteriori approfondimenti che saranno svolti – prosegue il gip – |n un contesto che fino ad ora, come già detto in premessa, non ha mostrato alcuno spirito collaborativo” .

Come riporta il giudice che ha firmato le misure cautelari, Messina Denaro continua a essere “venerato e protetto anche dopo la sua morte. Il gravissimo grado di complicità con il capo riconosciuto dalla mafia trapanese venerato e protetto anche dopo la sua morte, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza – sottolinea Montalto – da parte dei medesimi indagati di ulteriori persone, dinamiche attinenti alla sfera più riservata e delicata della latitanza di Messina Denaro”.

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