Cronaca
Apre a Palermo il Crc, che assiste i cittadini “cattivi pagatori” per accedere al credito – VIDEO
L’obiettivo è quello di andare incontro ed assistere i tantissimi cittadini italiani e non solo (20 milioni di abitanti) nelle “blacklist”
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Apre anche a Palermo il “Crc”, Centro riabilitazioni creditizie: la nuova sede, appena inaugurata, sarà attiva in via Imperatore Federico 100 (telefono 328.7595712). L’obiettivo della società è quello di andare incontro ed assistere i tantissimi cittadini italiani e non solo (20 milioni di abitanti) che devono fare i conti con le cosiddette “blacklist”, liste che li “bollano” come “cattivi pagatori”.
Una sorta di “marchio d’infamia” che preclude ogni accesso al credito e annulla, spesso, perfino la possibilità di aprire un normalissimo conto corrente bancario.
L’acronimo Crif è in realtà un autentico “incubo” in grado di destabilizzare imprese e famiglie. E’ sufficiente infatti essere iscritti nelle sue temutissime liste per evocare problemi reali e tangibili in merito ai propri rapporti con istituti di credito e finanziarie in genere.
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Crif, infatti, decreta con algida determinazione l’impossibilità di accedere a mutui e finanziamenti in senso lato. La CRIF, o Centrale rischi di intermediazione finanziaria, è una società privata fondata a Bologna nel 1988, che gestisce un articolato sistema di informazioni creditizie e di business information, in particolare quelle riguardanti eventuali posizioni debitorie dei soggetti censiti.
Attiva in quattro continenti (Europa, America, Africa e Asia), CRIF è determinante in Italia nelle valutazioni a supporto dell’erogazione e della gestione del credito al consumo e si pone al primo posto nell’Europa continentale nel settore delle informazioni creditizie (SIC).
Pur proponendosi come partner utile per ridurre i rischi commerciali e di credito e prevenire le frodi, CRIF è tuttavia, e non di rado, un grosso macigno sul già tormentato e faticoso accesso al credito da parte di famiglie e imprese.
CRC s.r.l. (Centro Riabilitazioni Creditizie) si occupa in particolare di:
riabilitazione creditizia in senso ampio;
protesti;
fallimenti;
cancellazione della segnalazione come “cattivi pagatori” da tutte le banche dati pubbliche e private;
opposizione agli atti derivanti dalle società di recupero crediti;
saldo e stralcio;
consulenza e assistenza in fase stragiudiziale di alcuni provvedimenti di volontaria giurisdizione;
La società agisce sia per vizi formali che sostanziali della segnalazione, verificando, cioè, che la banca o la finanziaria, quando ha segnalato il richiedente, abbia rispettato leggi, regolamenti, decreto legislativo del 2003, codice deontologico, istruttorie, notifiche, termini, modi e codice comportamentale previsti dalla legge.
Crc opera quindi anche eseguendo opposizioni motivate ed efficaci contro le segnalazioni fatte da società di recupero crediti contestando, in presenza dei giusti presupposti, il loro operato nei confronti del cliente ed assistendo quest’ultimo in tutte le fasi della procedura, ivi compresa quella, eventuale, di saldo e stralcio.
Un baluardo, insomma, a difesa non solo di diritti inalienabili ma anche di quegli aspetti delicati e umani che questa problematica induce sia da un punto di vista economico-finanziario che psicologico nei diretti interessati, che spesso, come confessano loro stessi, ‘sentono in bocca il sapore amaro della sconfitta e sulla propria pelle la vergogna di aver deluso i propri cari’.
Il successo, come fa sapere la società, ad oggi si attesta “su valori percentuali prossimi al 100% delle richieste accolte e portate a compimento”. Ecco perché CRC s.r.l. è oggi riconosciuta come centro d’eccellenza a livello nazionale nel suo campo d’azione, tanto da essere accreditata ed aver stipulato apposite convenzioni con le più importanti e prestigiose associazioni di categoria a livello nazionale, che l’hanno voluta coinvolgere e rendere protagonista nella stesura del libro dal titolo quanto mai significativo “Le segnalazioni nelle banche dati e il blocco all’accesso al credito”. Da oggi, una sede anche a Palermo.
LA BROCHURE:
Nel servizio Medianews-Teleone, interviste di Sonia Hamza:
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Cronaca
Il caso dei tombini ricoperti col cemento ad Agrigento: “Accaduto per motivi di urgenza”
La nota del dipartimento regionale tecnico sui lavori di posa del manto di asfalto: “Avevamo soltanto due giorni”
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In merito ai lavori di posa del manto di asfalto sulle strade di Agrigento, il Dipartimento regionale tecnico precisa in una nota che gli interventi di bitumatura si sono svolti con estrema urgenza in considerazione del periodo strettissimo intercorso tra la richiesta del 14 gennaio inviata dal Comune alla Regione affinché provvedesse alla manutenzione e la cerimonia di apertura dell’anno di Agrigento Capitale della Cultura 2025 del 18 gennaio.
Il Genio Civile, incaricato dal Dipartimento, ha immediatamente redatto, verificato e validato il progetto e, nei due giorni successivi, nonostante il maltempo, è riuscito a eseguire i lavori di messa in sicurezza delle strade.
“Al momento dei sopralluoghi – si legge nella nota -, era stato verificato un notevole dissesto della pavimentazione, determinato da buche e da tombini scesi a quota notevolmente più bassa rispetto al piano stradale. Questo costituiva, di fatto, un grave rischio per la incolumità pubblica dei cittadini, per cui nella redazione del progetto è stata prevista la bitumatura dell’intera superficie stradale. Sono stati ricoperti quindi anche alcuni tombini, poiché, per ragioni tecniche di costruzione, per metterli a livello sarebbero stati necessari circa 20 giorni, a fronte dei due giorni appena disponibili per gli interventi. Si precisa, però, che sono stati lasciati totalmente liberi e in funzione i chiusini utilizzati per l’erogazione dell’acqua e le caditoie stradali per la raccolta delle acque piovane”.
La pavimentazione stradale è stata completata in tempi brevissimi e così sono stati garantiti i meccanismi di sicurezza del percorso interessato dal corteo presidenziale per la cerimonia al Teatro Pirandello.
“Da lunedì sono già in corso i lavori per mettere a livello i tombini – conclude la nota -, utilizzando la tecnica della risegatura dell’asfalto soprastante, che garantirà una superficie regolare e senza buche. Inoltre, saranno riportati a quota anche tombini ricoperti di bitume in precedenza, in occasione di lavori eseguiti prima del 15 gennaio, che sono stati individuati con la tecnologia del metal detector, poiché non erano stati georeferenziati. I lavori saranno infine completati con la segnaletica stradale orizzontale”.
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Cronaca
“Malore improvviso”: Avola, perde controllo dell’auto, si schianta e muore
Un malore potrebbe aver causato l’incidente fatale: indagini in corso sulla dinamica
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Tragedia ad Avola, nel Siracusano, dove un uomo di 77 anni ha perso la vita in seguito ad un drammatico incidente stradale.
Il fatto è avvenuto lungo la strada che collega la circonvallazione al cimitero. La vittima, un pensionato originario di Avola ed ex autista dell’Asp, era a bordo della sua Lancia quando ha perso il controllo del veicolo, finendo contro un muro.
I soccorsi sono giunti tempestivamente sul luogo dell’incidente. I sanitari hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma ogni sforzo si è rivelato inutile.
Al momento, si ipotizza che l’anziano, nella giornata di ieri, possa essere stato colpito da un malore improvviso mentre era alla guida, ipotesi che sarà confermata o smentita dall’esame del medico legale.
La Polizia municipale sta indagando sulle cause dell’incidente per ricostruire l’esatta dinamica dello schianto. L’ispezione cadaverica, già disposta, fornirà ulteriori elementi utili a chiarire se si sia trattato di un problema di salute o di un errore al volante.
Spetterà infine alla Procura di Siracusa decidere se sarà necessario procedere con un’autopsia per accertare definitivamente le cause del decesso.
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Cronaca
Ai domiciliari dopo violenze sui genitori, minaccia compagna con coltello: Catania, finisce in carcere
Donna si rifugia dal nipote per sfuggire alla violenza del convivente: fermato un 36enne già noto alle autorità
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Una donna catanese di 46 anni è riuscita a sfuggire all’aggressione del compagno violento e a farlo arrestare, trovando rifugio presso la casa di un nipote e chiedendo aiuto alla polizia.
L’uomo, un 36enne già sottoposto agli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia, l’aveva aggredita nella loro abitazione senza alcun motivo, schiaffeggiandola e minacciandola con un grosso coltello da cucina.
Nonostante la brutalità dell’attacco, la donna è riuscita a liberarsi e a fuggire per le scale. Prima di uscire, ha cercato di prendere il cellulare e le chiavi di casa per chiamare i soccorsi, ma l’uomo glieli ha strappati di mano. In lacrime e sotto shock, la 46enne ha trovato riparo dal nipote e ha immediatamente allertato la polizia.
Gli agenti della squadra volanti della Questura di Catania sono intervenuti rapidamente in via Castromarino, dove hanno trovato la vittima in strada con segni evidenti di violenza sul viso e sul collo. La donna ha raccontato agli agenti una storia di continue aggressioni e atteggiamenti violenti da parte del convivente, iniziati circa un mese prima, dopo la scarcerazione dell’uomo.
Secondo quanto riferito, il 36enne, già condannato per maltrattamenti ai genitori, manifestava una morbosa gelosia che spesso sfociava in comportamenti aggressivi e minacce. La vittima, stremata e in pericolo, ha sporto denuncia dettagliando l’ultimo episodio di violenza.
Il convivente è stato arrestato e condotto nella Casa Circondariale di Piazza Lanza. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia cautelare in carcere, ritenendo l’uomo un pericolo concreto.
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Cronaca
Frode da 4 milioni sui fondi pubblici: Palermo, maxi sequestro a tv locale
Indagini sulla gestione, da parte della proprietà, di falsi lavoratori, “utilizzati” per accedere ai contributi statali
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I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie per 3,4 milioni di euro alla tv privata TeleRent e al suo legale rappresentante.
Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta della Procura, riguarda presunte irregolarità nell’ottenimento dei fondi pubblici per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione erogati dal ministero delle imprese e del Made in Italy.
La frode avrebbe consentito di ottenere indebitamente contributi pubblici per oltre 4,1 milioni di euro, di cui 3,4 milioni di euro già erogati e ora sequestrati. Secondo gli inquirenti sarebbero stati falsati i dati di uno dei requisiti fondamentali per l’ottenimento delle provvidenze come il numero di lavoratori, compresi i giornalisti, “effettivamente applicati nell’attività di fornitura di servizi media audiovisivi”.
Sarebbe emerso che diversi dipendenti (tra cui alcuni familiari del legale rappresentante) sarebbero stati assunti – dice la Gdf – in modo surrettizio, al solo scopo di poter accedere alle contribuzioni pubbliche, senza in realtà prestare alcuna attività lavorativa nell’ambito dell’emittente ovvero svolgendo prestazioni saltuarie e del tutto marginali.
Una frode per gli investigatori che avrebbe così consentito di ottenere indebitamente contributi pubblici per oltre 4,1 milioni di euro, di cui 3,4 milioni di euro già erogati e oggetto del provvedimento di sequestro adottato dall’autorità giudiziaria.
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