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Vetrina

Mangiano frutta della mensa: tre bimbi di scuola primaria finiscono in ospedale

Mangiano la frutta offerta dalla mensa: tre bimbi di scuola primaria finiscono in ospedale – I dettagli

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Si sono messi a mangiare i kiwi offerti dalla mensa, ma sono finiti in ospedale. Vittime tre bimbi di una scuola primaria di Legnano, in provincia di Milano.

Due giorni fa i piccoli della “Mazzini” hanno mangiato il frutto, che viene quotidianamente servito dal servizio scolastico, e in poco tempo hanno iniziato ad accusare malessere. Problemi che sono stati molto probabilmente provocati dalle reazioni allergiche scatenate dal frutto stesso.
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I piccoli che sono stati male, come ha raccontato Il Giorno, sono stati quattro. E per tre di loro è stato necessario l’immediato trasferimento al pronto soccorso. Ad un altro è stata somministrata una medicina, mentre c’è stato il caso di un altro bimbo ancora che ha accusato, dopo aver toccato il frutto, prurito diffuso in diverse parti del corpo.

Si trattava della prima volta che nelle scuole della cittadina milanese si serviva il kiwi, ma è raro il caso che cinque bambini abbiano scoperto l’allergia, o l’intolleranza, al frutto. Per far luce sulla vicenda – dopo altri malesseri provocati la settimana precedente con succhi di frutta, serviti sempre a mensa – è già stata attivava una procedura di controllo sui prodotti. 🖋 CONTINUA A LEGGERE su teleone.it

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Cronaca

Follia a Bagheria: ragazzini picchiano un cane, poi provano a seppellirlo vivo

Terribile episodio di violenza nella provincia di Palermo, dove l’animale era stato circondato da ragazzi fra i 14 ed i 22 anni

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Follia a Bagheria, dove due giovani sono stati denunciati alla polizia per maltrattamenti ad animale. Secondo quanto trapelato i due ragazzi, rispettivamente di 20 e 22 anni, avrebbero picchiato un cane e tentato di seppellirlo, mentre l’animale era ancora vivo.

L’allarme è stato lanciato da una donna, che ha avvertito le forze dell’ordine dopo aver visto il cane con un filo di ferro attorno al collo.

Il cane non riusciva più nemmeno ad aprire un occhio, ed era stato circondato da una serie di ragazzini, tutti fra i 14 ed i 22 anni. Gli agenti lo hanno liberato dal cappio e poi hanno bloccato, identificato il gruppetto di giovani. L’animale è stato poi affidato ai vigili urbani e portato in una clinica veterinaria.

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“La fortuna del povero cane – ha raccontato a PalermoToday Roberta Pecoraro, dell’associazione Asva – è quella di aver trovato qualcuno che ha deciso di non essere omertoso. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere, un gruppo di ragazzini, fra i 14 e i 20 anni, che stava lì a guardare. Devo ringraziare i poliziotti, due angeli, perché non hanno sottovalutato l’accaduto riuscendo a salvare una vita”.

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Cronaca

Giovanni Motisi, l’ultimo grande stragista mafioso: diffuso nuovo identikit

E’ diventato anche “l’ossessione” delle forze dell’ordine italiane che continuano senza sosta le sue ricerche

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E’ diventato, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa nostra. Ma anche “l’ossessione” delle forze dell’ordine italiane che continuano senza sosta le sue ricerche.

Si tratta di Giovanni Motisi, siciliano nato a Palermo del ’59, protagonista dei grandi eventi criminali corleonesi, latitante dal 1998. Ora la Polizia di Stato ha diffuso un nuovo identikit di quello che sarebbe stato il “killer di fiducia” di Toto’ Riina.

Sfruttando le professionalità e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state “rivisitate” ed attualizzate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 ed alla fine degli anni ’90, con la tecnica dell’”Age progression”. Tecnica che consiste nell’invecchiamento fisionomico progressivo, partendo dalla studio e dall’attualizzazione di alcuni specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Si è così realizzato un prototipo con alcune possibili variazioni degli attuali connotati del viso di Motisi.

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“Nascosto” dal 1998, Motisi è inserito nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Dal 1998 è ricercato per una serie di omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Condannato all’ergastolo per il delitto del commissario Giuseppe Montana, catanese capo delle Sezione Catturandi della questura di Palermo ucciso a Palermo nel luglio del 1985, è esponente di spicco di Cosa Nostra e capo del mandamento mafioso di Pagliarelli. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

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Cronaca

C’erano “altri” due Messina Denaro: le nuove false identità emerse del boss

Novità investigative che la Procura di Palermo utilizzerà nell’appello della sentenza emessa a carico di Andrea Bonafede

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Spuntano altre due false identità usate da Matteo Messina Denaro durante la latitanza e nuovi particolari sulla vita del boss che, ricercato dalle polizie di tutta Italia, andava tranquillamente a Palermo in compagnia di Andrea Bonafede, uno dei suoi fiancheggiatori, a farsi fare tatuaggi e poi a mangiare in una trattoria del centro.

Novità investigative che la Procura di Palermo utilizzerà nell’appello della sentenza emessa a carico di Andrea Bonafede, condannato a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento aggravato.

Nell’atto di impugnazione del verdetto – i pm avevano contestato all’imputato l’associazione mafiosa poi riqualificata dl gip in favoreggiamento – i magistrati hanno inserito una serie di episodi inediti.

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Come i due alias usati dal boss che al tatuatore aveva detto di chiamarsi Vito Firreri e all’operaio che doveva riparargli la lavastoviglie nella casa di Campobello di Mazara aveva dato il nome di Averna.

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Cronaca

Rimane incastrato e muore a 31 anni fra cabina e porta ascensore: dramma nel Catanese

La tragedia si è consumata in un condominio di Aci Sant’Antonio: nulla da fare per l’uomo quando sono arrivati i sanitari del 118

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Drammatico incidente nella provincia di Catania, dove un operaio, manutentore di ascensori, ha perso la vita dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano.

La tragedia si è consumata in un condominio di Aci Sant’Antonio, e l’uomo aveva 31 anni. Il corpo è stato recuperato e liberato dai vigili del fuoco del distaccamento di Acireale del comando provinciale di Catania.

A constatare il decesso sono stati i medici del 118, giunti sul posto dopo l’allarme lanciato. Dentro la cabina dell’ascensore era presente una donna, che è stata soccorsa dai sanitari perché in stato di shock. Sul posto anche i carabinieri, per far luce su quanto avvenuto.

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