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Cronaca

Mangiano torta al liceo di Palermo, in 4 hanno un malore: “Nel dolce c’era hashish”

Avrebbero mangiato una torta con hashish all’interno: a Palermo 4 ragazzi si sentono male e vengono ricoverati. Le indagini della polizia

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Sono finiti dritti dalla scuola all’ospedale. Si tratta di alcuni ragazzi, studenti del liceo Umberto I di Palermo, che, secondo quanto trapelato, hanno mangiato una fetta di torta fuori dall’istituto. La causa di tutto era il contenuto del dolce, a quanto pare hashish.

Fatto sta che un ragazzo di 18 anni, oltre a tre altri alunni, ancora minorenni, sono stati portati negli ospedali Civico e Policlinico del capoluogo siciliano. Si sono aperte le indagini per far luce sull’accaduto, ed è molto probabile che il malore sia stato provocato da uno “scherzo” fatto ai giovani.

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Il maggiorenne è stato trasferito al Civico, mentre gli altri tre al Policlinico. I medici hanno poi rassicurato tutti sulle condizioni degli sfortunati ragazzi, e nelle urine, dopo le analisi, sono state trovate tracce di droga, così come gli stessi avevano inizialmente dichiarato. Quando hanno mangiato il dolce, i quattro hanno iniziato a sentirsi male, vomitando. L’allarme è scattato in presidenza, dove è stata chiamata un’ambulanza del 118. Del caso si sta occupando, adesso, la polizia.

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Cronaca

Scontri Padova-Catania, identificati altri quattro ultras etnei

Si tratta di quattro ultras di 26, 31, 36 e 48 anni, di cui uno con precedenti per reati connessi alle manifestazioni sportive

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 In relazione ai fatti accaduti a Padova, riguardanti i tafferugli avvenuti durante l’intervallo della finale di andata della Coppa Italia di serie C tra i veneti e il Catania, gli agenti della Digos della Questura di Catania, hanno identificato ulteriori quattro ultras etnei responsabili di aver partecipato attivamente agli episodi oggetto di indagine.

In particolare, gli agenti della Digos della Questura di Catania, dalla attenta visione di tutti i filmati estrapolati dal personale della Polizia Scientifica, dai riscontri effettuati con le immagini dei tornelli d’ingresso dello stadio “Euganeo” e dalla diretta conoscenza di alcuni soggetti, hanno individuato, identificato e segnalato altri quattro responsabili di violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, di scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive.

Nello specifico si tratta di quattro ultras di 26, 31, 36 e 48 anni, di cui uno con precedenti per reati connessi alle manifestazioni sportive e già sottoposto a Daspo, mentre, altri due con precedenti per reati comuni.

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In particolare, nonostante le Forze di Polizia tentavano di ripristinare le condizioni di sicurezza, i facinorosi identificati continuavano nella loro azione di intemperanza contribuendo fattivamente nel creare disordine sfidando e opponendosi ai tutori dell’ordine con atti di violenza utilizzando la propria fisicità e un soggetto era munito di una tavola di legno e di una cintura borchiata.

Proseguono gli approfondimenti e gli accertamenti congiunti da parte delle Digos di Catania e Padova per la contestualizzazione delle singole condotte anche ai fini dell’adozione dei provvedimenti di Daspo.

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Cronaca

Palermo, lavori al ponte Corleone: limitazioni al traffico nei prossimi giorni

L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni. LEGGI ANCHE: […]

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L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni.

LEGGI ANCHE: Palermo, Il ponte Corleone “raddoppia”: sarà a 8 corsie, lavori al via – FOTO

Dal giorno 29 al giorno 30 aprile, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato valle. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Dal giorno 2 al giorno 3 maggio, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato monte. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Restano confermate le limitazioni disposte dall’ordinanza del 20 dicembre 2023.

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Cronaca

Siccità a Palermo, divieto di innaffiare piante o lavare auto con acqua potabile

Il divieto è per la “popolazione residente sul territorio comunale fino a tutto il prossimo 31 dicembre”

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Contro lo spreco in un periodo particolarmente difficile, con il rischio siccità, arriva l’ordinanza del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

In questa si fa divieto “alla popolazione residente sul territorio comunale fino a tutto il prossimo 31 dicembre, o fino a comunicazione di cessata emergenza, di utilizzare l’acqua potabile per innaffiare le piante di balconi e giardini dalle ore 5 alle ore 23 e di lavare i veicoli privati, con esclusione degli autolavaggi”.

Saranno i vigili urbani a far rispettare l’ordinanza. Per coloro che violano i divieti è prevista una sanzione da 25 a 500 euro. Per lo stesso periodo di tempo, e per la stessa fascia oraria, è vietato “lavare cortili e piazzali e alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine, qualora non dotate di dispositivi per il riciclo artificiale dell’acqua”.

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Dal provvedimento sono esclusi “gli usi dell’acqua potabile per attività imprenditoriali per cui necessiti l’uso dell’acqua potabile, nei limiti di quanto autorizzato”.

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Cronaca

L’addio a Vincenzo Agostino, Lorefice: “Una sentinella nella notte” – VIDEO

Cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia

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“Vincenzo Agostino è stato da trentacinque anni – insieme alla sua amatissima moglie Augusta Schiera -, da quel tormentoso 5 agosto 1989, una vedetta, una sentinella, un vegliardo. Nonostante il buio della notte, allorché nel suo spirito poteva scendere una schiacciante angoscia, è diventato una fonte di incrollabile speranza per noi tutti, per questa nostra terra martoriata e per l’intero Paese; e particolarmente per i suoi cari e per noi che oggi lo salutiamo con il cuore spezzato ma con immensa ammirazione e con uno speciale debito di riconoscenza”.

LEGGI: Se n’è andato “papà coraggio” Vincenzo Agostino: una vita in nome del figlio Nino – VIDEO

Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso dell’omelia per i funerali di Vincenzo Agostino, in una cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia e conosciuto per la sua lunga barba bianca che non ha mai tagliato dal 5 agosto 1989, quando cosa nostra uccise il figlio Nino, poliziotto, insieme alla moglie incinta Ida Castelluccio.

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“La lunga barba bianca di Vincenzo Agostino – sottolinea l’Arcivescovo di Palermo – ha rappresentato per noi il segno della resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del “male strutturato” che ardiscono eliminare finanche – come lui stesso ebbe a dire – il «bene di un figlio, di una nuora, di un bambino […] mai conosciuto»; che sterminano Nino, un onesto e accorto servitore dello Stato, la sua giovane moglie Ida e il bambino che avevano concepito da pochi mesi; insanguina le strade della città, sparge afflizione nelle case e nelle famiglie, pianifica depistaggi, compra silenzi e connivenze anche tra esponenti del potere politico e delle istituzioni dello Stato. Questa è la notte! La notte delle persone, la notte delle comunità, del raffreddamento dei cuori, dell’idolatria del potere e delle cose materiali. L’eclissi del patto di fedeltà. Degli alti valori umani. Del rigore etico privato e pubblico. Della formazione delle coscienze. Ma quella barba è stata anche narrazione del suo vegliare nella notte, dell’uomo che con gli occhi penetra l’oscurità e attende con certezza l’irrompere della luce della verità che l’orgoglio e la tracotanza di uomini corrotti e alla ricerca di potere credono di sopraffare. Ha infuso speranza. Ha chiesto di non assopirci. Ci ha provocati a non cadere nell’indifferenza deresponsabilizzante e a non abituarci al male. Quella barba è quei capelli bianchi che esaltavano i suoi occhi pieni di luce nonostante le tenebre, sono stati per noi monito a rinnovarci, a rimanere desti, a porre domande: «se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!» (Is 21,12)”.

“La provata ma fulgida vita di Vincenzo e di Augusta – innamorati per sempre – ci sollecita – aggiunge monsignor Lorefice – a non indietreggiare dinanzi alle tenebre, di non abituarci al male, di non unirci agli empi e alle loro macchinazioni, di non patteggiare mai con i corrotti, di non farci avvincere dal laccio di una bramosia insensata e funesta (cfr 1Tm 6,9). Ha annunciato capacità di attesa, fermezza, indefettibilità, coerenza, resistenza, ricerca della verità e soprattutto speranza. Impegno per una città riscattata dal male. Lotta sincera, non simulata, alla criminalità organizzata, alla mafia, alle mafie che continuano imperterrite ad uccidere e a devastare le nostre città e le nostre case, i nostri figli. L’Evangelista Luca nel Vangelo descrive l’anziano vegliardo Simeone «uomo giusto e timorato di Dio» (Lc 2,25), che sa attendere attivamente, dentro lo scorrere della sua vita, l’adempimento delle promesse messianiche di Dio al suo «popolo Israele». Nell’incontro con Gesù, nel quale Simeone discerne la realizzazione della promessa fattagli dallo Spirito di vedere prima di morire il Messia del Signore, l’anziano vegliardo non dice: “ora posso scomparire”, ma: “ora è finito il tempo della mia fatica”.

“E’ finita la fatica di Vincenzo. Ora ci è chiesto di assumerla di portarla avanti noi. Il testimone passa a noi. Siamo qui per questo, per continuare a vegliare nella notte. E’ il modo migliore per dimostrare a tutti voi cari congiunti, e in particolare a voi carissime Flora e Nunzia e a voi nipoti, a te carissimo Nino, la nostra vicinanza e la nostra gratitudine a papà e a nonno Vincenzo. In una città che ha assistito al sacrificio di tanti uomini e donne delle istituzioni, della società civile e della Chiesa palermitana, possa la sua credibile e costante testimonianza continuare ad essere uno sprone nella costruzione di una città degli uomini giusta e solidale, libera dalle “strutture di peccato” mafiose e dalla corruzione e dalla falsità imperante. Ci sostenga la fede in Gesù Cristo risorto dai morti, alimentata dalla speranza dei cieli nuovi e della Terra nuova, così come ha sostenuto Vincenzo e Augusta”. (Italpress)

Di seguito, il servizio Medianews-Teleone di Gabriella Ricotta

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