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Sicilia

Prete spia le atlete sotto la doccia, il vescovo di Caltanissetta si scusa

Il vescovo di Caltanissetta incontra le pallavoliste dopo l’episodio del prete che spiava le ragazze sotto la doccia – LEGGI

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Il vescovo della Diocesi di Caltanissetta Mario Russotto ha incontrato le pallavoliste della Albaverde, e la loro presidente Oriana Mannella, per manifestare la sua solidarietà.

I fatti fanno seguito a quanto avvenuto qualche giorno fa, quando un parroco (LEGGI QUI) è stato sorpreso dalle forze dell’ordine mentre spiava gli spogliatoi del PalaCannizzaro al termine degli allentamenti della squadra. (👇 👇 continua sotto 👇👇)
LEGGI: Caltanissetta, prete spia le ragazze sotto la doccia: “Momento di debolezza…”
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“Il vescovo Russotto – spiega Oriana Mannella – ha voluto chiedere scusa a nome suo personale e di tutto l’ordine sacerdotale per l’increscioso episodio che, è giusto sottolinearlo, ha turbato parecchio le ragazze e le loro famiglie oltre che la dirigenza e lo staff comunicazione dell’Albaverde che hanno dovuto fare scudo nei confronti dei mass media a livello nazionale e locale e di quanti singoli cittadini con morbosa curiosità hanno cercato in tutti i modi di carpire particolari e nominativi”.

“Devo essere sincera – è stato il commento alla fine dell’incontro di Oriana Mannella – mi aspettavo una reazione da parte della Curia e da credente ho apprezzato che sia stato il Vescovo in persona a metterci la faccia manifestando, senza se e senza ma, il suo dolore per una vicenda che da quello che ci ha detto personalmente lo ha colpito particolarmente e di cui si è amaramente vergognato”.

“Ho trovato una persona molto provata – ha continuato il presidente dell’Albaverde – che si è spogliata del suo ruolo e ha chiesto perdono senza accampare giustificazioni, manifestando anche la volontà di incontrare i genitori dell’atleta minorenne che fa parte del roster della squadra e che al momento del fatto era presente negli spogliatoi”.
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Cronaca

Caltanissetta, giornalista morto dopo intervento: “Omicidio colposo e falsità”, fissata udienza

Il cronista è deceduto all’età di 74 anni, al Sant’Elia di Caltanissetta, dopo essere stato sottoposto a intervento di chirurgia vascolare

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L’udienza preliminare per i cinque medici indagati per la morte di Lino Lacagnina, giornalisa de La Sicilia, è stata fissata per il 21 maggio prossimo.

L’uomo era deceduto all’età di 74 anni, al Sant’Elia di Caltanissetta, dopo essere stato sottoposto ad un intervento di chirurgia vascolare. Si tratta di quanto avvenuto poco più di un anno fa, il 24 febbraio 2023.

Gli indagati sono il primario di chirurgia vascolare dell’ospedale, due chirurghi vascolari, il primario di Radiologia ed il direttore del reparto di Chirurgia vascolare del presidio ospedaliero universitario Santa Maria della Misericordia di Udine, presente al momento dell’intervento.

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La denuncia era stata presentata dalla moglie e dalle sorelle del giornalista, e adesso i cinque medici sono indagati per omicidio colposo, aggravato dal non avere seguito le linee guida. Inoltre a tre degli imputati viene contestato anche il reato di falsità materiale in atti pubblici.

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Cronaca

Inchiesta Corruzione, si dimette il vicepresidente della Regione Sammartino

Le sue deleghe saranno assunte dal governatore Schifani, secondo quanto filtra da Palazzo d’Orleans

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Si è dimesso il vicepresidente della Regione Siciliana, Luca Sammartino, coinvolto nell’ambito dell’operazione Pandora che ha portato all’emissione di 11 misure cautelari eseguite dai carabinieri tra le province di Catania e Palermo a carico di politici, funzionari comunali e imprenditori. Sospeso per un anno dai Pubblici uffici, le sue deleghe saranno assunte dal governatore Schifani, secondo quanto filtra da Palazzo d’Orleans.

“Ho scritto una nota al presidente della Regione, Renato Schifani, per rimettere l’incarico di assessore regionale e Vice presidente della Regione dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo – dichiara l’esponente politico -. Ringrazio il Presidente per la fiducia dimostrata nei miei confronti e per il lavoro svolto fin qui. Tengo a sottolineare che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia nè di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura. Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale”.

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Sammartino, 39 anni, che è anche assessore regionale all’Agricoltura e leader della Lega in Sicilia, è indagato per corruzione aggravata. I fatti risalgono al periodo in cui era deputato regionale. L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale e condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Catania, riguarda un arco temporale che va dal 2018 e il 2021.

Gli investigatori hanno anche puntato i riflettori sull’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, finito in carcere per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata. L’inchiesta ha fatto emergere inoltre, “nell’ambito di una strategia dei vertici comunali tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica, l’accordo corruttivo con lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato tra i sostenitori di Rando per le amministrative del 2021”, sottolineano gli inquirenti. In particolare Ronsisvalle (finito agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione), titolare di una farmacia a Tremestieri, “anche grazie all’intervento di Luca Sammartino (destinatario della sospensione per 1 anno dai Pubblici uffici per corruzione aggravata), principale referente politico del primo cittadino, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione”, sarebbe stato avvantaggiato, sempre secondo gli inquirenti, “attraverso la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto da Sammartino”. (Italpress)

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News e Focus

Arriva il ciclone Gori, gli esperti: “Sicilia, Pioggia e freddo per le prossime settimane”

Per gli esperti calo delle temperature, oltre che la “ricomparsa” della pioggia, almeno fino alla fine del mese di aprile

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Dopo il caldo anomalo, e le giornate simil-estive, soprattutto in Sicilia, e fino al centro, l’Italia è pronta per affrontare il ciclone “Gori”. E le allerte meteo vengono già diramate dalla Protezione civile in diverse regioni.

Previsti fenomeni intensi, così come segnalato anche dal servizio meteorologico della Aeronautica militare. Ma andiamo ai dettagli, con le previsioni che indicano sin da subito (a già i primi segnali a partire dalla giornata di ieri un netto crollo delle temperature. (continua sotto la foto)

Le colonnine di mercurio potrebbero scendere, ed indicare fino a 15 gradi sotto le medie, con massime che localmente subiranno una diminuzione fino a 17 gradi. Il cambiamento è dovuto all’arrivo di aria polare dalla Scandinavia, che porterà temporali e possibile grandine al Nord-Est e piogge sparse al Sud, residue di una depressione nordafricana.

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Il calo delle temperature si è esteso fino ad oggi, e le massime non supereranno i 20 gradi. Si ritroverà anche la neve, che farà il suo ritorno sugli Appennini fino a 1000 metri di quota, e anche le Alpi. Le montagne dalla Toscana al Molise si vestiranno di bianco. 

Per ciò che riguarda il sud e la Sicilia, in particolare, le temperature massime scenderanno di diversi gradi rispetto alla media stagionale e si attesteranno sui 18, in particolare fra oggi e venerdì. Forte vento nelle prossime ore, e freddo fino alla fine della settimana. In linea generale, quel che indicano gli esperti è un calo delle temperature, oltre che la “ricomparsa” della pioggia, almeno fino alla fine del mese di aprile.

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Cronaca

Strage di Altavilla, Barreca: “Ho solo pregato: mai violento con la mia famiglia”

Barreca avrebbe inoltre scagionato dai delitti la figlia di 15 anni, anche lei indagata per il triplice omicidio

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Dopo averli sostanzialmente “difesi”, Giovanni Barreca accusa adesso in modo deciso la coppia di fanatici religiosi, Massimo Carandente e Sabrina Fina, per la strage di Altavilla Milicia, dove hanno perso la vita la moglie ed i due figli, nel corso di un esorcismo.

Il muratore palermitano ha spiegato all’avvocato di essersi “limitato a pregare”, e di non avere mai usato violenza contro i familiari. Poi, la situazione sarebbe proprio precipitata per l’influenza della coppia di amici.

Nell’ultimo colloquio con il proprio avvocato, Barreca avrebbe inoltre scagionato dai delitti la figlia di 15 anni, anche lei indagata per il triplice omicidio, pur avendo in lei riconosciuto una particolare capacità, quella di “avvertire la presenza del demonio”.

LEGGI ANCHE: “Voglio uscire entro giugno”: Altavilla, Carandente incalza, il legale rimette il mandato

Nel corso del colloquio, presente anche la criminologa Roberta Bruzzone, che è consulente della difesa nella capacità di intendere e di volere dell’indagato. Che, secondo l’avvocato Barracato, sarebbe “in preda ad una totale confusione”. Sarebbe, insomma, evidente “l’infermità mentale”, secondo il legale. L’avvocato Marco Rocca, intanto, come anticipato, ha rinunciato alla difesa di Massimo Carandente (LEGGI).

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