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Rossella, l’infermiera uccisa a coltellate: “Le urla, poi la morte”: le indagini

Rossella, che era separata, viveva nell’appartamento romano con le sue due figlie assieme alla madre anziana

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E’ ancora giallo sul drammatico delitto avvenuto a Roma, dove Rossella Nappini, un’infermiera di 52 anni, è stata uccisa a coltellate nell’androne di un palazzo, in zona Trionfale.

Nel suo addome riscontrate diverse ferite da arma da taglio. In questura gli agenti hanno sentito diversi uomini per ricostruire la possibile dinamica di quanto accaduto e far luce sulla vicenda. Fra questi, è stato ascoltato anche l’ex compagno della vittima, che inizialmente era irreperibile.

Si segue, dunque, la pista di un movente nell’ambito di una relazione avuta dalla vittima con un uomo o una persona che lei conosceva. Rossella viveva assieme alla madre anziana nell’appartamento del palazzo dove è stata trovata morta.

A dare l’allarme i vicini e alcuni ragazzi quando hanno visto il suo corpo riverso in terra. In tanti affermano però di aver sentito “anche delle urla” nei minuti precedenti. Sulla vicenda le indagini sono portate avanti dalla squadra mobile, che valutando una serie di ipotesi anche se alcuni testimoni avrebbero fatto riferimento a continue “liti avute dalla donna con un uomo di origine magrebina“. Testimonianze ancora tutte da verificare.

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È stata disposta l’autopsia che stabilirà anche il numero di coltellate che hanno ucciso la donna. Forse il suo aggressore aveva chiesto un ultimo incontro per chiarire tendendole una trappola o forse l’ha aspettata sotto casa in attesa che tornasse dal lavoro.

Rossella, che era separata, viveva con le sue due figlie assieme alla madre anziana di circa 80 anni nell’appartamento del palazzo in via Giuseppe Allievo, luogo in cui è stata uccisa, che fa parte del quadrante a nord ovest della capitale.

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Tragedia al deposito Eni di Calenzano, trovati altri due cadaveri: dolore e rabbia per le vittime

La protesta dei sindacati: “Non si può morire lavorando”

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L’esplosione avvenuta ieri al deposito Eni di Calenzano ha scosso profondamente tutto il mondo del lavoro. Le vittime accertate sono salite a quattro, mentre 26 persone sono rimaste ferite, di cui nove ricoverate in ospedale.

Tra le vittime identificate c’è Vincenzo Martinelli, 51 anni, autotrasportatore originario di Napoli ma residente a Prato. Le ricerche della terza persona dispersa continuano senza sosta, nonostante la pioggia renda difficile l’intervento.

I sindacati Fim, Fiom, Uilm e il Coordinamento Rsu dell’indotto Eni hanno organizzato uno sciopero e un’assemblea di due ore presso la raffineria Eni di Livorno. Dalle 8.30 di stamattina, almeno 500 lavoratori si sono riuniti in presidio per esprimere sgomento e solidarietà verso le vittime e le loro famiglie.

“Questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai”, hanno dichiarato i sindacati, denunciando il perpetuarsi di tragedie sul lavoro che scuotono solo quando accadono eventi drammatici.

Nel frattempo, la procura di Prato ha aperto un fascicolo d’indagine senza ancora formulare specifiche ipotesi di reato. L’esplosione, avvertita fino a Pistoia, ha avuto origine nell’area di carico del deposito, dove sono stati ritrovati due dei tre dispersi. La dinamica dell’incidente resta al vaglio degli inquirenti.

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Mangia gnocchi al ristorante, bambina di 9 anni muore dopo la cena: Roma, aperta inchiesta

Ipotesi shock anafilattico, sono state avviate verifiche su cibo e norme igienico-sanitarie: la tragedia nella Capitale

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Una vera tragedia a Roma: una bambina di nove anni è morta giovedì sera per cause ancora in corso di accertamento. Secondo le prime ricostruzioni, la piccola avrebbe accusato un grave malore dopo aver mangiato un piatto di gnocchi di patate in un ristorante, ipotizzando un possibile shock anafilattico.

La famiglia si era fermata al locale per cena dopo una visita medica in ambulatorio, dove la bambina aveva effettuato una spirometria per verificare la capacità polmonare. Tornati a casa, la piccola ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti, tra cui vomito e difficoltà respiratorie.

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I genitori, allarmati, hanno subito chiamato il 118. Gli operatori sanitari, giunti rapidamente, hanno tentato di rianimarla sul posto. Trasferita d’urgenza al Policlinico Casilino e successivamente al Policlinico Gemelli a causa del peggioramento delle sue condizioni, la bambina è deceduta poco dopo l’arrivo in ospedale.

Gli inquirenti stanno ora esaminando se ci siano stati errori o negligenze. In corso verifiche sul ristorante per accertare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e la corretta gestione degli allergeni.

Si indaga anche sulla possibilità di una contaminazione alimentare che potrebbe aver provocato il decesso.

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“Una bomba che ha distrutto tutto”: esplosione a Calenzano, fra i dispersi anche un catanese

Due vittime accertate, almeno 26 feriti ed anche dispersi: proclamato lutto regionale in Toscana

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L’esplosione nello stabilimento Eni di Calenzano ha lasciato una scia di distruzione e dolore. Finora sono stati recuperati i corpi di due vittime, tra cui Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli e residente a Prato, autista di autocisterne.

Un’altra vittima, probabilmente un sessantenne di Bientina, è ancora in attesa di identificazione. Ma le speranze per i tre dispersi rimasti sotto le macerie si affievoliscono.

La tragedia, definita già la “strage degli autotrasportatori”, ha coinvolto molti camionisti provenienti da tutta Italia, impegnati a fare rifornimento nello stabilimento prima di ripartire per le consegne. I loro mezzi erano parcheggiati sul posto al momento della deflagrazione, avvenuta in un’area di stoccaggio di carburanti collegata tramite oleodotti alla raffineria Eni di Livorno.

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Sul luogo dell’incidente, i vigili del fuoco stanno scavando con ruspe tra i detriti per recuperare i corpi delle vittime, mentre i feriti, una decina dei quali in gravi condizioni, sono stati trasportati negli ospedali della zona. Tra questi, due persone rischiano la vita per ustioni riportate.

Nella lista dei dispersi anche un operaio originario di Catania di 57 anni, un operaio di Napoli di 62 anni, un operaio originario della provincia di Novara di 49 anni, un operaio nato in Germania ma italiano di 45 anni e un operaio di Matera di 45 anni.

Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha descritto la scena come un inferno: “C’è distruzione totale, è stato devastante per chi lavorava sotto le infrastrutture di ricarica. Una bomba che ha distrutto tutto“. Anche Nicolas Magnolfi, operaio di un’azienda chimica vicina, è rimasto lievemente ferito: “Sapevamo che questa zona era pericolosa, ma non fino a questo punto”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e gratitudine ai soccorritori, mentre la premier Giorgia Meloni ha inviato il suo cordoglio. Anche la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, ha condiviso il dolore per la tragedia.

Per mercoledì 11 dicembre, la Toscana osserverà una giornata di lutto regionale: le bandiere saranno a mezz’asta in segno di cordoglio per una comunità ancora scossa.

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Terremoto e paura nel Casertano, scossa magnitudo 3.6 avvertita anche a Napoli: chiudono le scuole

Il sisma si è verificato a Roccamonfina, scuole chiuse in diversi Comuni del Casertano

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Una mattinata di grande paura, in Campania: una forte scossa di terremoto, con epicentro a Roccamonfina (Caserta), ha spinto diversi Comuni del Casertano a chiudere le scuole di ogni ordine e grado nella giornata di oggi, 9 dicembre.

La scossa, registrata alle 7.33 di questa mattina, ha avuto una magnitudo di 3.6 ed è stata localizzata a una profondità di soli 2 km.

L’Amministrazione Comunale di Roccamonfina, epicentro del sisma, ha immediatamente dichiarato lo stato di emergenza e attivato il Centro Operativo Comunale (Coc). Da subito iniziate verifiche tecniche su strade, viadotti e istituti scolastici, che oggi rimarranno chiusi per garantire la sicurezza di studenti e personale.

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Provvedimenti analoghi sono stati adottati dai Comuni di Sessa Aurunca, Falciano del Massico, Vairano Patenora, Conca della Campania, Teano, Carinola e Vitulazio.

A Sessa Aurunca, l’amministrazione ha comunicato sui social l’emissione di un’ordinanza di chiusura, dichiarando: “Le scuole resteranno chiuse per consentire le necessarie verifiche sulle strutture scolastiche. La sicurezza della comunità è la nostra priorità”.

Altri Comuni della zona, come Mondragone e Cellole, stanno effettuando controlli sugli edifici, ma hanno deciso di mantenere le scuole regolarmente aperte.

Intanto, la scossa è stata avvertita anche in alcune aree limitrofe, fino alla città di Napoli. Le amministrazioni comunali coinvolte restano operative per monitorare l’evolversi della situazione-.

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