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Al Maradona il boato all’88’: ci pensa Raspadori Napoli batte Juventus

Nel finale il Napoli di Francesco Calzona batte 2-1 i bianconeri e torna a farsi vedere in zona Europa

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Vittoria nel finale per il Napoli di Francesco Calzona, che batte 2-1 la Juventus e torna a farsi vedere in zona Europa. Decisive per i partenopei le reti di Kvaratskhelia e Raspadori, intervallate da quella di Chiesa e dal rigore sbagliato da Osimhen.

La prima occasione pericolosa se la crea la Juventus, con Chiesa che sfrutta l’errore di Olivera e dalla sinistra cross in area per Vlahovic, liberatosi di Rrahmani ma di poco impreciso nel centrare la porta di testa. Risponde il Napoli, al 27′, con la punizione dal limite di Politano che calcia forte mettendo in difficoltà Szczesny, comunque reattivo a bloccare in due tempi.

Gara intensa e Juventus ancora vicina al vantaggio al minuto 34, sempre con Vlahovic, servito nuovamente in profondità da Chiesa e bravo a superare Meret con il pallonetto che sbatte tuttavia sul palo. L’undici di Allegri sembra non dare punti di riferimento offensivi al Napoli, che però sul finire di primo tempo troverà l’1-0, grazie al pallone raccolto da Kvaratshkelia sulla respinta momentanea di Bremer e calciato al volo proprio dal georgiano, con il pallone che, aiutato dalla deviazione di Cambiaso, finisce alle spalle di Szczesny.
Bianconeri in svantaggio ma per la terza volta vicini al gol, con la palla persa da Traore al limite della propria area in favore di Rugani che va da Vlahovic, impreciso col sinistro che termina alto.

Nella ripresa è ancora l’attaccante serbo l’uomo più pericoloso per la Juventus, con continui movimenti sul fronte offensivo e anche un conclusione ben parata da Meret al 61′. Il Napoli di Calzona prova a far rifiatare i suoi interpreti, inserendo Raspadori e Zielinski per dare maggiori forze al reparto d’attacco. All’81’ però la Juventus trova il tanto ricercato pareggio, con Chiesa che riceve il pallone sulla destra e scarica il tracciante destro vicino al palo alla destra di Meret, che non può nulla.

Passano però soli cinque minuti e il Napoli ritrova il vantaggio: fallo in area di Nonge su Osimhen che causa il calcio di rigore in favore degli azzurri, fallito dal centravanti nigeriano ma ribadito in rete da Raspadori, che rimette il punteggio sul 2-1 e decide così la sfida del “Maradona”.

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Gran successo per la Mezza Maratona “Perla del Tirreno”: A Cefalù trionfa Lometti

Successo per la gara di Cefalù con partecipanti da tutto il mondo e iniziative solidali

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Un grande successo di pubblico per la sesta edizione della Mezza Maratona “Perla del Tirreno”, che si è svolta a Cefalù.

Alla fine, la manifestazione ha visto il trionfo dell’atleta piemontese Matteo Lometti, che ha tagliato il traguardo con il tempo di 1h15’28. Al secondo posto si è classificato il norvegese Haakon Skregelid (1h18’11), mentre il terzo gradino del podio è andato al siciliano Sebastiano Foti (ASD Catania Running Club) con 1h18’31.

In campo femminile, la romagnola Chiara Camporesi (Dinamo Running) ha conquistato il primo posto con un tempo di 1h28’08, superando di poco Maria Grazia Bilello (Universitas Palermo), vincitrice delle due precedenti edizioni, che ha chiuso seconda con 1h28’21. Terza classificata è stata Melania Nugnes (Runcard) con 1h37’21. Le premiazioni sono state fatte dal sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello.

I partecipanti hanno percorso 4 giri, per un totale di 21,097 km, su un circuito cittadino che ha attraversato il centro storico di Cefalù, con partenza e arrivo sul Lungomare Giardina. La gara fa parte del Grand Prix regionale di mezze maratone.

Contemporaneamente, l’ASD Murialdo ha organizzato anche una gara di 10 km, vinta da Renato Imbraguglio (Murialdo Cefalù) con 41’47 e da Francesca Gervasi (Conca d’Oro Sicilia) con 54’26.

Tra i 541 atleti iscritti, provenienti da tutta Italia e da paesi come Norvegia, Lituania, Brasile e Spagna, si è distinta l’iniziativa di Vito Massimo Catania, che per tutti i 21 km ha spinto la carrozzina di Giusi La Loggia, affetta da atassia. (foto archivio)

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Nazionale, ora c’è il Belgio, Spalletti: “La parola d’ordine ora è continuità”

L’Italia sta iniziando a preparare la prossima gara di Nations League, giovedì contro il Belgio all’Olimpico

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“All’inizio c’era da cambiare qualcosa, ora la parola d’ordine è dare continuità. I campioni hanno capito che sfruttare queste giornate azzurre può fare loro bene anche dentro la propria squadra”.

Sono le parole di Luciano Spalletti, in conferenza stampa a Coverciano dove la Nazionale sta iniziando a preparare la prossima gara di Nations League, giovedì contro il Belgio all’Olimpico. “Il nostro campionato dà continuamente soluzioni e alternative, ci ha dato qualche soluzione in questo periodo – ha aggiunto il ct azzurro – C’è da gestire qualche infortunio, infortuni che secondo me dipendono soprattutto dalla testa dei calciatori più che dall’aspetto muscolare. Ma mi fa piacere aver visto anche questa mattina i calciatori entusiasti di ritrovarsi, quell’entusiasmo visto nelle ultime due partite”.

Fra le novità di questo giro c’è Daniel Maldini. “A noi mancano certi giocatori. Lui ha tante qualità: ha la giocata bella ed incantevole, e poi ha fisicità, regge botta ai contrasti, si fa strada mettendo il naso davanti e poi è difficile riprenderlo perché ha corsa – lo elogia Spalletti – Alcune volte si assenta dal gioco, ma vedendolo giocare con continuità l’ho visto crescere in maniera importante. Vediamo che effetto gli fa stare con noi questa settimana, magari gli fa un bell’effetto, e magari possono esplodere in lui giocate d’arte”. Per quanto riguarda l’altro volto nuovo, Pisilli, “mi sono detto vedendolo dalla tribuna: “Guarda che bel centrocampista”. E’ bi-fasico, e De Rossi mi ha detto che nelle partitine fa sempre gol, ha frequenza e energia di passo, sa fare un pò tutto. Pensavo meritasse di venire qui con noi”.

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Ma Spalletti ha affrontato anche altre tematiche non strettamente legate all’azzurro, come i calendari intasati e l’aumento degli infortuni. “Per me non si gioca molto, bisogna essere attrezzati per giocare molto. Bisogna far giocare chi c’è dietro, far giocare i giovani. Quando una squadra non vince non bisogna parlare di titolari o riserve, ci sono squadre che hanno 25 giocatori all’altezza. Ci sono squadre che non sono attrezzate, che non hanno 25 giocatori come altre, ma ci sono squadre che li hanno e gli viene permesso di giocare frequentemente per tutti i calciatori che hanno. Si gioca troppo? I discorsi finiscono sempre lì, cioè si dice che le seconde linee, le riserve, non hanno fatto bene come i titolari. Non bisogna creare alibi. Inter, Milan e Juventus hanno a disposizione rose per giocare più partite. Poi alcune prestazioni dipendono dalla fisicità o meno di certi calciatori”.

In merito invece alle polemiche sui “rigorini”, ieri Spalletti era a vedere Fiorentina-Milan al fianco del designatore Rocchi, “lui è stato impegnato tutto il tempo nel suo lavoro, che fa bene. A me riesce difficile entrare nel lavoro degli altri. Ma per me vedere dare continuità al gioco è la cosa migliore, accettare qualche contrasto. Sarei curioso di fare l’arbitro perchè io lascerei giocare molto”. Poi una battuta sugli impianti in Italia: “Lo stadio dell’Atalanta rappresenta al meglio il nostro Paese, è bello che ci si giochi la Champions League. Vedere le partite in certi stadi invece mette tristezza. Bisogna mettersi al passo con i tempi e rifare gli stadi”. (foto Ipa Agency, Italpress)  

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Il Palermo, la pioggia di fischi e le ammissioni di Dionisi – VIDEO highlights

Il tecnico rosanero incassa la disapprovazione del pubblico e analizza la deludente prestazione casalinga

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Quella rimediata davanti ad oltre 25mila spettatori è stata per il Palermo una sconfitta pesantissima. E alla fine del match con la Salernitana dagli spalti sono piovuti sonori fischi. Al termine, il tecnico rosanero Alessio Dionisi non s’è sottratto alle critiche: “I fischi certamente non fanno piacere. Durante la partita il sostegno è stato massimo, ma è normale che alla fine la gente faccia capire che non è soddisfatta”.

In casa, in campionato, il successo è assente da febbraio, e nemmeno quest’anno la situazione è cambiata. “Nel primo tempo abbiamo fatto diversi errori tecnici, regalando palla dove non c’era pericolo. Siamo arrivati secondi – ha proseguito Dionisi – su molti palloni, mentre nel secondo tempo ci è mancato solo il gol. Ma avendo sbagliato nel primo tempo, abbiamo reso la partita in salita“.

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“Non possiamo essere ordinati fuori casa e poi metterci a rincorrere quando dobbiamo alzare l’asticella. Dobbiamo essere più lucidi – ha sottolineato l’allenatore del Palermo – e gestire meglio i momenti della partita. Mi è piaciuto vedere che i ragazzi che hanno sbagliato hanno avuto il coraggio di continuare a provarci, ma siamo stati troppo imprecisi sulle ripartenze e sulle seconde palle”. Ecco le immagini della gara fra Palermo e Salernitana:

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Palermo, è sempre tabù Barbera: la Salernitana c’entra il successo

La sfida di viale del Fante, valida per l’ottava giornata d’andata in Serie B

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Ancora una volta i fischi, alla fine. Una valanga, di fischi. Il Palermo non spezza la “maledizione” del Barbera, e nel match contro la Salernitana rimedia un’altra sconfitta. Non basta il record stagionale di presenze (oltre 25mila gli spettatori) nella struttura di viale del Fante. I rosa in avanti peccano in concretezza e precisione, e devono nuovamente rimandare l’appuntamento con i tre punti davanti ai propri tifosi.

LA CRONACA. È la Salernitana a dettare i tempi nelle primissime fasi di gioco, con i rosa che ci provano soltanto con Le Douaron.

La discesa del francese, con tentativo di cross dall’interno dell’area al quarto d’ora fa da preludio al vantaggio ospite. Ad esultare è Tello, che sblocca il risultato al 21′. La più concreta palla gol per il Palermo arriva al 39′, quando Lund imbecca Segre in area, ma il colpo di testa del centrocampista non centra il bersaglio.

Poco o nulla in termini di azioni da gol nella seconda parte della sfida, con i rosa che “riprendono” campo dopo il quarto d’ora. A tentare la via della rete sono Ranocchia, Di Mariano e Insigne, ma manca la precisione. L’occasionissima arriva al 90esimo, quando Henry serve Di Francesco, ma la conclusione dall’interno dell’area è facilmente bloccata da Sepe.

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