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Cronaca

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Cronaca

L’idea: “Una superstrada Palermo-San Vito Lo Capo”, progetto in fase di studio

Schifani: “Un’opera che migliorerebbe i collegamenti”, l’idea su cui si starebbe ragionando

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La Regione siciliana starebbe valutando la possibilità di realizzare una superstrada che colleghi più agevolmente Palermo a San Vito Lo Capo.

L’idea è stata discussa dal presidente della Regione, Renato Schifani, durante la Borsa Internazionale del Turismo (Bit) di Milano. “Noi siamo qui per aiutare il territorio – ha dichiarato Schifani –. Le opere le finanziamo, ma devono esserci i presupposti giusti. Bisogna valutare la compatibilità ambientale del progetto e, se ci sono le condizioni, lo realizzeremo”.

L’attuale percorso per raggiungere San Vito Lo Capo da Palermo, della durata di circa un’ora e mezza, è considerato scomodo e tortuoso. “È assurdo che, con un lungomare così bello, gli automobilisti debbano fare un giro lunghissimo – ha proseguito Schifani –. Questa infrastruttura potrebbe dare un ulteriore slancio al turismo, migliorando l’accessibilità e valorizzando il territorio. San Vito Lo Capo è già in forte crescita, ma un intervento simile potrebbe risolvere una criticità urbanistica rilevante”. (continua sotto la foto)

san vito lo capo

Le critiche al progetto: “Un’offesa alla natura”

Non tutti, però, vedono di buon occhio l’ipotesi della nuova strada. La deputata del M5S Cristina Ciminnisi ha espresso un netto dissenso, sottolineando i rischi per l’ambiente e la storia del territorio.

“Le parole di Schifani sono un’offesa alla storia, alla natura e al buon senso – ha dichiarato –. Nel 1980, oltre duemila persone manifestarono contro la costruzione di una strada che avrebbe attraversato la Riserva dello Zingaro, impedendo la distruzione di questo paradiso naturale. Grazie a quella mobilitazione, la Riserva dello Zingaro è stata salvaguardata e oggi rappresenta un modello di sviluppo sostenibile”.

Il dibattito sulla ipotetica opera tra Palermo e San Vito Lo Capo si preannuncia, dunque, già abbastanza acceso. Da un lato, la volontà di migliorare i collegamenti, dall’altro la necessità di proteggere un’area naturale unica in Sicilia. Le polemiche, di certo, sono soltant iniziate.

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Cronaca

Salvatore Sinagra, segnali positivi dopo la brutale aggressione a Lanzarote

Il messaggio che è stato inviato dai familiari attraverso i social: “Sta tornando tra di noi, ci sono speranze”

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Uno spiraglio di luce, finalmente notizie confortanti per Salvatore Sinagra, il 30enne siciliano che a fine gennaio era finito in coma dopo un’aggressione senza motivo a Lanzarote, nelle Isole Canarie. Dopo giorni di apprensione, il giovane sta mostrando i primi segni di miglioramento, come annunciato dalla sua famiglia sui social.

I primi segnali di ripresa

“Finalmente un po’ di luce in fondo al tunnel! Il nostro Salvatore sta tornando tra di noi”. Così hanno scritto su Instagram il padre e il fratello del ragazzo, Vito e Andrea Sinagra, aggiornando amici e sostenitori sulle sue condizioni di salute. Salvatore alterna momenti di lucidità al sonno, riesce a parlare e accenna a qualche movimento, anche se non è ancora perfettamente cosciente. Attualmente resta ricoverato in terapia intensiva, ma le risposte positive del suo corpo fanno ben sperare.

Il sostegno della comunità

La famiglia di Sinagra, originaria di Favignana, ha voluto esprimere la propria gratitudine per il grande affetto ricevuto. “Ringraziamo tutta la comunità favignanese per il supporto, così come le autorità italiane per l’aiuto prestato”, hanno dichiarato. Un riconoscimento speciale è stato rivolto anche ai medici e al personale sanitario dell’ospedale Doctor Negrin di Gran Canaria, dove il giovane è ricoverato: “Eccellenti, veramente professionali, molto umani e sempre disponibili”.

L’arresto dell’aggressore

Dopo rapide indagini, le autorità spagnole hanno identificato e arrestato un 25enne di Lanzarote, ritenuto responsabile del brutale attacco. Il giovane è stato posto in carcere preventivo, in attesa del processo.

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Cronaca

Giorgia, Cristicchi, Fedez, Achille Lauro e Corsi: Sanremo, ecco la top 5 della seconda serata

Seconda serata aperta da Damiano David, con una intensa interpretazione del brano “Felicità” di Lucio Dalla

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Giorgia, Simone Cristicchi, Fedez, Achille Lauro e Lucio Corsi entrano nella top 5 della seconda serata del Festival di Sanremo 2025, stando alle preferenze del televoto e della giuria delle radio.

“Grazie, grazie, grazie”: così Carlo Conti ringrazia spettatori e pubblico in sala all’inizio della serata, ricevendo in cambio il coro “Sei bellissimo”. I tempi sono più distesi: solo 15 cantanti in gara, rispetto ai 29 di ieri. Prima del via ufficiale, spazio alla prima parte della gara delle Nuove Proposte: accedono alla finale Alex Wyse con “Rockstar” e Settembre con “Vertebre”, che domani si contenderanno la vittoria nel concorso ripristinato da Carlo Conti. Vale LP e Lil Jolie, nuove aderenti a “Una nessuna centomila”, fanno in tempo a mostrare il cartello “Tu non puoi se io non voglio”.

Ad aprire di fatto la seconda serata è Damiano David: guanto in velo ricamato, abito scuro, camicia con pistagna chiusa da un alamaro nero. La sua interpretazione di “Felicità” di Lucio Dalla è intensa, un omaggio al cantautore bolognese e alle sue pagine uniche della musica italiana, valorizzato dall’orchestra di Sanremo. Più tardi tornerà sul palco con il suo singolo da solista, “Born with a broken heart”.

A rompere il ghiaccio nella gara dei Big è Rocco Hunt con “Mille vote ancora”. L’immagine che resterà impressa di questa serata, probabilmente, è la prima discesa dalle scale di Bianca Balti: non nasconde la calvizie dovuta alle terapie contro il tumore ovarico che l’ha colpita, mostra la cicatrice sulla pancia con l’ultimo abito ed è elegantissima in un abito di chiffon di seta, con profonda scollatura davanti e dietro e lungo strascico di piume.

“Una donna, una mamma e una guerriera”, la presenta Conti. “Grazie di avermi fatto uscire prima di Malgioglio, così si saprà che le piume le ha copiate da me”, scherza la top model, che nello stesso momento posta su Instagram: “Ogni show ha il suo momento perfetto, ogni rinascita ha la sua eleganza. Oggi la bellezza prende forma in un abito che celebra la grazia e la forza di un nuovo capitolo”. Non è la sua prima volta a Sanremo: nel 2013 era stata all’Ariston con Fabio Fazio. “Io non mi ero divertita con Fabio, sono sicura che quest’anno mi divertirò”, commenta. Dopo Elodie con “Dimenticarsi alle 7”, accompagnata da quattro ballerine e in scena con un abito attillato bordeaux con profondo spacco e una sciarpa di piume, arriva Cristiano Malgioglio, altro co-conduttore della serata, che come sempre fa dell’eccesso la sua cifra stilistica. “Sono tranquillo con attacchi di tachicardia. Me la sto facendo addosso!”, ammette tra il serio e il faceto. Poi aggiunge: “Mi batte il cuore, Malgioglio è a Sanremo. E’ talmente bello. In 50 anni di carriera ho avuto la fortuna di lavorare coi più grandi, forse questo me lo meritavo”.

La poetica “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi, sul palco con una maglietta di Gatto Silvestro, riporta tutto al proprio posto. Surreale l’ingresso del terzo co-conduttore della serata, Nino Frassica, pettinato come Malgioglio ma con ciuffo nero e capelli bianchi. Esordisce con la gag: “Il vincitore del Festival di Sanremo è…”, subito interrotto da Carlo Conti. Ironizza sulle celebrazioni: “Oggi è l’anniversario del mio debutto in Rai: 39 anni, 9 mesi e 18 giorni fa esordivo a ‘Quelli della nottè”. Poi Frassica propone un’esilarante biografia di Malgioglio: “da questo libro saranno tratti un film, una maglietta, un profumo e
un liquore”.

Tra The Kolors con “Tu chi fai l’amore”, Serena Brancale con “Anema e core” e Fedez, che con “Battito” ottiene un prolungato applauso dall’Ariston, arriva il piccolo Alessandro Gervasi. Sei anni, interprete di “Champagne”, film di Cinzia TH Torrini sulla vita di Peppino Di Capri: su un pianoforte più grande di lui esegue l’omonimo brano. Con lui anche Francesco Del Gaudio, altro attore-musicista che nel film interpreta Di Capri da grande. Bianca Balti cambia abito, sempre più elegante.

“Noi donne siamo sempre un grande esempio per gli uomini”, dice, prima di presentare Francesca Michielin con “Fango in paradiso”. Ancora dolorante dopo una caduta dalle scale durante le prove, la cantante scoppia in lacrime a fine esibizione. Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola” conquista la standing ovation dell’Ariston. Canta anche Marcella Bella con “Pelle diamante”. Nino Frassica torna sul palco con uno dei pacchi di ‘Affari tuoì e un pezzo ironico sulla tv del dolore: “Un disgraziato plurivedovo musicista che il papà voleva farmacista”.

Tra Bresh con “La tana del granchio”, un elegantissimo Achille Lauro con “Incoscienti giovani” e Giorgia con “La cura per me”, si inserisce il cast di “Follemente”, nuovo film di Paolo Genovese in sala dal 20 febbraio. Dopo il Tg e altre gag di Malgioglio (con spazzolone) e Frassica che dedica a Malgioglio il “Lippro di Grisdiano”, arrivano Rkomi con “Il ritmo delle cose”, Rose Villain con “Fuorilegge” e, in chiusura, Willie Peyote con “Grazie, ma no grazie”. Intervento anche di Carolina Kostner, testimonial delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. (foto ipa agency-Italpress)

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Cronaca

“Stop ai cellulari ai bambini”, all’Ars ok unanime alla legge voluta dal pediatra Gilistro

“Compresi i rischi per i nostri ragazzi: il voto dimostra che la gravità del problema è stata ben compresa da tutti”

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Con 47 voti favorevoli, zero astenuti e nessun voto contro la Sicilia ribadisce il no ai cellulari in mano ai bambini. Dopo l’ok all’articolato di due settimane fa, questa mattina, è arrivato il sì definitivo alla legge voto targata M5S che mira a vietare i telefonini e le apparecchiature digitali ai bambini fino a cinque anni e a limitarne fortemente l’utilizzo nella seconda e terza infanzia e in età adolescenziale.

“Tutto l’articolato – dice Carlo Gilistro, il deputato-pediatra, primo firmatario della legge – era stato approvato due settimane fa, rendendo una formalità, o quasi, il voto finale, che comunque è arrivato senza un solo voto contrario, cosa che dimostra che la gravità del problema è stata ben compresa da tutti e ci fa ben sperare che a Roma la legge prosegua il suo cammino per diventare legge dello Stato. Il sì dell’Ars è comunque un segnale fortissimo, che arriva dal Parlamento della regione più grande d’Italia. E non può non essere tenuto nella dovuta considerazione, visto anche che Roma sta muovendosi in questa direzione, considerando che il ministro Valditara, giustamente, ha annunciato il divieto degli smartphone a scuola”.

La legge prevede il divieto dell’utilizzo “dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame” nei primi cinque anni di vita e un uso limitato dai sei anni in su e, comunque, sotto la supervisione di un adulto. Il divieto di utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni all’interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche. La norma prevede inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori, “finalizzate alla corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del bambino derivanti dall’uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali”. Per le violazioni sono previste sanzioni da 150 a 500 euro.

“Divieto difficile da sanzionare”

“Siamo consapevoli – afferma Gilistro – che un divieto del genere è difficile da far rispettare e quindi da sanzionare: ma la legge vuole essere soprattutto un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori, che molto spesso scambiano un cellulare per un babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che così facendo li espongono a pericolosissimi rischi”
Recenti studi dicono che in Italia il 30 per cento dei genitori usa lo smartphone per calmare i propri figli già durante il loro primo anno di vita e che su 10 bambini tra i 3 e i 5 anni, 8 sanno usare il cellulare dei genitori.

“Se i genitori – sostiene Gilistro – fossero informati dei pericoli cui espongono i propri bambini, si guarderebbero bene dal consegnargli queste apparecchiature, che, è bene sgomberare il campo da possibili equivoci, sono importantissime e non vanno demonizzate se usate bene e alla giusta età, ma che, se lasciate in mano a bambini piccoli e per giunta molto a lungo, possono essere un attentato alla loro salute, provocando loro addirittura disturbi permanenti”.

I pericolosi e potenziali contraccolpi dell’uso smodato delle apparecchiature digitali in tenera età sono tantissimi. “Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti – dice il deputato Cinquestelle – sono tra i più comuni, ma anche disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali. Da non dimenticare tra le possibili devastanti conseguenze anche il cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario (il fenomeno degli hikikomori) fino a causare suicidi”.

“Ringrazio – conclude Gilistro – i colleghi deputati di tutti gli schieramenti per avere compreso l’importanza di questo disegno di legge e di avermi permesso di tenere fede al mio giuramento di Ippocrate anche in ambito politico-parlamentare, oltre che professionale. Quando c’è in gioco la salute non possono e non devono esistere divisioni di nessun tipo”.

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