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Cronaca

Strage di Altavilla, l’inchiesta si allarga: spuntano i nomi dei “fedeli” dei “fratelli di Dio”

La 17enne aveva usato il cellulare del fratello per fingere con gli amici che in casa andasse tutto bene

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Le indagini continuano, sulla tragedia familiare di Altavilla Milicia. Gli inquirenti non mollano alcuna pista, e sarebbero stati adesso individuati anche quelli che erano i “fedeli” che incontravano la coppia composta da Massimo Carandente e Sabrina Fina.

Le ricerche avrebbero portato a scoprire chi incontrava i coniugi, e che con i due fanatici religiosi si riuniva in preghiera. La coppia avrebbe aiutato il muratore Giovanni Barreca ad uccidere la moglie, Antonella Salamone ed i figli Kevin ed Emanuel, per un rito di purificazione dal demonio.

Secondo quanto è emerso, venivano chiamati “fratelli di Dio”, e gli inquirenti avrebbero anche in mano i nomi dei “fedeli”. Questi non sarebbero stati ancora interrogati, in quanto si starebbe portando a termine, prima, una analisi più completa sul materiale trovato fra cellulari e pc sequestrati ai tre indagati.

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La figlia 17enne di Barreca, intanto, come è venuto fuori da ulteriori indagini, avrebbe utilizzato il telefonino del fratello maggiore per fingere con gli amici che, in quei giorni, in casa della famiglia stesse andando tutto come sempre. Che, insomma, le cose si svolgessero in maniera regolare. E ciò avveniva, invece, mentre nella villetta della cittadina del Palermitano si svolgevano i riti che hanno portato alla violenza ed al terribile triplice omicidio.

LEGGI ANCHE: La 17enne e i cellulari “nascosti”, gli avvocati della coppia “lasciano”
LEGGI: Strage di Altavilla: “Tante luci, una comunità”, la fiaccolata – VIDEO

E intanto, ha parlato l’avvocato di Barreca, che ha riportato che il muratore “riferisce di avere avuto il dovere di debellare il demonio. Non si rende neppure conto – spiega il legale – di stare in carcere. Ho incontrato una persona che non è consapevole della sua condizione. Ha come quadro costante davanti ai suoi occhi l’obiettivo raggiunto: avere sconfitto il diavolo. Ho difficoltà a pensare a una strategia difensiva. Non mi trovo mai davanti ad una persona lucida”.

“È consapevole – ha proseguito – che la moglie non ce l’ha fatta ed è stata vinta dal diavolo così come i suoi figli, così va ripetendo. In questa sua azione dice che è stato aiutato dai due coniugi”. Si starebbe valutando, a questo punto, anche di chiedere una perizia psichiatrica.

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Cronaca

Precipita in moto in una scarpata nel Catanese, 38enne salvato dal Soccorso alpino

Poi in volo il trasporto d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania

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Intervento di soccorso e recupero di un motociclista precipitato in un burrone, nel territorio di Linguaglossa (Catania). I tecnici della Stazione Etna Nord del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano sono intervenuti nella tarda mattinata di oggi, domenica 5 maggio, per il recupero di un motociclista di 38 anni di Giardini Naxos, precipitato in una scarpata, dopo essere uscito fuoristrada lungo la “Mareneve” in territorio del comune del Catanese.

L’uomo è stato raggiunto dalle squadre di soccorso del CNSAS Sicilia, dai sanitari del 118,
insieme ai Vigili del Fuoco e ai Carabinieri della locale stazione, e valutate le condizioni di
salute è stato immobilizzato e trattato per i diversi traumi riportati.

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L’infortunato è stato imbarellato dai tecnici del CNSAS Sicilia su una speciale barella
portantina in dotazione al Soccorso Alpino, adatta per la movimentazione sui terreni impervi,
con la quale è stato portato fuori dalla scarpata dove era precipitato, in parte per mezzo di
trasporto a spalla e successivamente con il supporto dell’autoscala dei Vigili del Fuoco, che
ha imbragato e sollevato la barella sulla sovrastante strada asfaltata.

Il motociclista, riportato sul manto stradale, è stato posto nell’ambulanza 118 presente, per
essere recato fino all’elicottero, atterrato nelle immediate vicinanze, che ha provveduto in
volo al trasporto d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.

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Cronaca

“Che ore sono?”, poi in sei lo picchiano brutalmente: Palermo, ventenne in ospedale

Dopo i fatti sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e poi i carabinieri e gli agenti di polizia

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Ancora violenza, e ancora nella via Quintino Sella, fra le strade della movida. LA stessa in cui, alcuni mesi fa si era verificata una sparatoria (cui si riferisce la foto). Un ragazzo ventenne è stato picchiato in nottata a Palermo.

LEGGI ANCHE: “Far west” e spari in strada in pieno centro storico a Palermo: tre arresti

Il ragazzo era stato avvicinato da alcuni coetanei, che gli avrebbero chiesto l’orario. Poi è partita l’aggressione. A prenderlo di mira, come raccontato dalla vittima, sarebbe stato un gruppo di sei adolescenti.

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Provocato un trauma al volto al giovane, che è stato successivamente trasferito in ospedale. Sul posto dopo i fatti sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e poi i carabinieri.

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Ponte sullo Stretto, “sentenza” di Orlando: “Non si farà, risorse sarebbero utili per altro”

“Pensate quante infrastrutture ferroviarie e viarie, scuole si potrebbero costruire con 14 miliardi di euro…”

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“C’è un solo modo per non avere paura del Ponte sullo Stretto, non farlo. Il Ponte è un’opera di 14 miliardi che non si farà, perché le stesse commissioni tecniche nominate dal ministero hanno sollevato più di 200 osservazioni”.

Queste le parole dell’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “A cosa serve allora spendere così tante risorse? Forse per prevedere due o tre miliardi per qualche progettista amico, per qualche tangente nascosta?”.

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L’effetto è quello di, ancora una volta, configurare lo Stato italiano – prosegue l’ex primo cittadino palermitano – come uno Stato coloniale. Pensate quante infrastrutture ferroviarie e viarie, scuole si potrebbero costruire con 14 miliardi di euro“, ha commentato nel corso della campagna elettorale in svolgimento a Palermo.

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Cronaca

Incidente sulla Palermo-Mazara, donna muore in ospedale: inchiesta per omicidio stradale

La vittima si trovava sul sedile anteriore della Fiat Punto che era guidata da una donna

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Non ce l’ha fatta, Vita Varvaro, la donna che era rimasta vittima di un grave incidente stradale avvenuto lungo l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo.

La donna anziana, 91 anni, ha perso la vita in ospedale, al “Villa Sofia”, dove era stata ricoverata per le gravi ferite riportate. La vittima si trovava sul sedile anteriore della Fiat Punto che era guidata da una donna. All’altezza di Capaci è avvenuto lo scontro con una Jeep.

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Sul caso in questione, la procura ha aperto una inchiesta. Si valuterà l’ipotesi di omicidio stradale. Sul corpo della vittima è stata disposta l’autopsia.

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