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Cronaca

“Uno ogni quattro giorni”: Giulia, ma anche Vera o Marisa, orribile 2023

Giulia, ma prima, in Sicilia, anche Vera o Marisa: le drammatiche cifre sui delitti che riguardano anche l’isola

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Dall’inizio del 2023, sono stati 83 i femminicidi commessi nel nostro Paese. Una cifra drammatica, che continua ad allungarsi dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin (LEGGI), la ragazza che per giorni – dopo essere uscita con l’ex fidanzato – era stata a lungo ricercata dalle forze dell’ordine.

Secondo quelli che sono i dati diffusi dal Viminale – aggiornati al 12 novembre scorso, quindi prima del ritrovamento del corpo di Giulia – in Italia sono stati registrati in totale 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. Con l’omicidio di Giulia, il numero totale delle vittime femminili raggiunge quota 103, due in più rispetto allo scorso anno, mentre i femminicidi passano dagli 88 del 2022 agli 83 del 2023. In aumento, invece, il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 51 diventano 54.

I numeri non risparmiano alcuna regione, dal Piemonte alla Campania, dal Trentino alla Sicilia. L’ultimo femminicidio in ordine di tempo risale allo scorso primo novembre, quando la 66enne inglese Michele Faiers Dawn venne trovata morta nella propria abitazione a Casoli, in Abruzzo. Gli esami medici appurarono che fu uccisa da sette coltellate.

LEGGI: “O con me o con nessuno” le minacce a Marisa Leo: Salemi si ferma per l’ultimo saluto

Per l’omicidio è stato arrestato a Shepshed, nei pressi di Leicester – in Inghilterra -, il compagno, il 74enne Michael Dennis Whitbread. A ottobre sono stati tre i femminicidi: Concetta Marruocco uccisa a Cerreto d’Esi dal marito con 39 coltellate durante una lite per la separazione, Annalisa D’Auria, uccisa a Rivoli dal convivente che si è poi suicidato, ed Etleva Kanolja, strangolata a mani nude dal marito nella propria abitazione di Savona.

Per ciò che riguarda la Sicilia, nel 2023 sono state ben sei le vittime. Il primo caso nell’Isola, quest’anno, è il duplice omicidio dell’11 febbraio a Riposto, vittime Melina Marino e Santa Castorina, di 48 e 50 anni, uccise in due luoghi diversi. Il responsabile, Salvatore La Motta, 63 anni, pregiudicato, si è suicidato davanti alla caserma dei carabinieri, prima di consegnarsi. Il movente è ancora poco chiaro, è probabile che l’uomo avesse avuto una relazione con una delle due donne.

Mariella Marino, 56 anni, è stata uccisa invece a Troina, la mattina del 20 luglio. Stava uscendo da un supermercato, quando si è trovata davanti l’ex compagno, Maurizio Impellizzeri, di 59 anni. La donna è scappata, ma il suo ex l’ha inseguita fino a spararle in prossimità di casa.

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Una ragazza moldava di 25 anni, Vera Schiopu, è invece la vittima del femminicidio di Ramacca. La giovane è stata trovata impiccata a casa nel pomeriggio del 19 agosto. Il compagno, il rumeno Gheorghe Ciprian Apetrei, di 33 anni, è stato accusato di averla ucciso e di avere simulato il suicidio. Nella vicenda è coinvolto anche un conoscente e connazionale del rumeno.

Il 6 settembre Marisa Leo (nella foto), di 39 anni, responsabile marketing e comunicazione di una cantina vinicola, è stata uccisa dall’ex compagno Angelo Reina, di 42, nelle campagne di Marsala.‍ L’uomo poco dopo si è suicidato.

Pochi giorni dopo, la notte tra venerdì 22 e sabato 23 settembre, il delitto di Pantelleria: Anna Elisa Fontana, 48 anni, è stata data alle fiamme in casa dal compagno Onofrio Bronzolino, di 52 anni.‍ I due erano usciti quella sera e avevano litigato in un bar dell’isola. Trasportata alla Rianimazione del reparto Grandi ustioni dell’Ospedale Civico di Palermo, è morta un paio di giorni dopo.

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Cronaca

Frode sul Pnrr, sequestrati 165mila euro a Palermo

Sotto inchiesta quattro indagati per uso illecito dei fondi destinati alla transizione digitale ed ecologica delle PMI

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Un’indagine condotta dalla sezione siciliana della Procura Europea (Eppo) e dai finanzieri del comando provinciale di Palermo ha portato al sequestro di 165mila euro e all’iscrizione di quattro persone nel registro degli indagati.

Le accuse riguardano l’uso indebito dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destinati alla transizione digitale ed ecologica delle piccole e medie imprese (Pmi).

Sotto la lente degli inquirenti ci sono quattro finanziamenti, per un totale di circa un milione di euro, erogati a due società palermitane operanti nel settore del commercio di generi alimentari e arredi da bar.

Le aziende in questione sono riconducibili ai proprietari di un noto brand internazionale di caffetterie. Gli incentivi, volti a supportare la partecipazione delle Pmi a fiere e mostre internazionali, avrebbero invece finanziato operazioni non conformi agli scopi prefissati.

Dalle verifiche effettuate, è emerso che gli indagati avrebbero sostenuto spese estranee alle finalità dei fondi ricevuti, rendicontando costi gonfiati e, in alcuni casi, per operazioni inesistenti. Inoltre, una delle società coinvolte avrebbe ottenuto un contributo superiore a quanto spettante, presentando requisiti falsi o inesatti.

La vicenda mette nuovamente in luce il problema della gestione dei fondi europei, evidenziando come i controlli sulle erogazioni e sull’uso dei finanziamenti debbano essere intensificati per evitare il ripetersi di simili episodi di frode.

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Cronaca

Tragedia a Priolo: muore 77enne in un incidente di caccia

Le indagini in corso per chiarire la dinamica dell’incidente che ha coinvolto un cacciatore nel Siracusano

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Un uomo di 77 anni è rimasto vittima di un tragico incidente di caccia a Priolo, in provincia di Siracusa.

Secondo i primi accertamenti condotti dalla polizia, si tratterebbe di un incidente autonomo, senza il coinvolgimento di altre persone. Tuttavia, saranno le indagini successive, coordinate dai magistrati locali, a ricostruire nel dettaglio la dinamica dei fatti.

Tra le ipotesi più accreditate, si parla di un’esplosione accidentale dell’arma, che non avrebbe lasciato scampo all’anziano cacciatore.

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Un’altra teoria suggerisce che il proiettile, dopo essere stato sparato, potrebbe essere rimbalzato, colpendo fatalmente la vittima.

Sebbene la possibilità di suicidio non sia esclusa, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sulla vicenda, evitando di rilasciare ulteriori dichiarazioni fino alla conclusione delle indagini.

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Cronaca

Multe salate per l’abbandono dei rifiuti a Palermo: in azione telecamere mobili

Nuove azioni contro l’abbandono incondizionato di rifiuti, grazie alla sinergia tra Comune di Palermo e Polizia metropolitana: a illustrarle, in un incontro tenuto al Loggiato San Bartolomeo in occasione della Festa della Polizia metropolitana, sono il sindaco Roberto Lagalla e il comandante della Polizia metropolitana di Palermo Giuseppe La Manno. L’obiettivo congiunto è potenziare i […]

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Nuove azioni contro l’abbandono incondizionato di rifiuti, grazie alla sinergia tra Comune di Palermo e Polizia metropolitana: a illustrarle, in un incontro tenuto al Loggiato San Bartolomeo in occasione della Festa della Polizia metropolitana, sono il sindaco Roberto Lagalla e il comandante della Polizia metropolitana di Palermo Giuseppe La Manno.

L’obiettivo congiunto è potenziare i controlli e di riflesso le sanzioni, così da scoraggiare i cittadini che non rispettano le regole sulla corretta collocazione dei rifiuti. Il fenomeno dell’abbandono di materiali non riciclabili sta diventando sempre più pervasivo e le azioni di contrasto messe in campo in questi mesi da Rap, Comune e Forze dell’Ordine hanno messo un freno ma non un argine: l’ultima carta giocata dalla Polizia metropolitana è quella delle telecamere mobili, che si affianca a controlli più stringenti, ma resta comunque il problema delle carenze di agenti in organico.

In questo senso, Lagalla ricorda comunque come “il Comune negli ultimi tempi ha voluto potenziare le pattuglie della Polizia metropolitana rispetto allo stato comatoso degli anni precedenti. L’incremento della telesorveglianza, così come le fototrappole e la vigilanza dinamica, ci hanno permesso di registrare nei mesi scorsi un notevole aumento delle infrazioni contestate, che sono oltre 9 mila: siamo inoltre in procinto di acquisire ulteriori punti di vigilanza, con l’arrivo di nuovi agenti di Polizia municipale”.

I rifiuti abbandonati, spiega il sindaco, “sono spesso importati da altri Comuni, in particolare dagli accessi a sud e nord della città. La differenziata non ha incrementato il problema, anzi sta lavorando bene nei punti in cui è stata introdotta di recente: l’abbandono dipende esclusivamente dalla sregolatezza dei cittadini, che trovano nei punti che più gli piacciono la possibilità di accumulare rifiuti. Resta comunque, in alcuni punti, una certa disorganizzazione di Rap, che deve mettersi nelle condizioni di adeguare le modalità di raccolta a tipologie e caratteristiche dei vari quartieri”.

Controllo e prevenzione sono le due parole su cui spinge maggiormente La Manno: “Stiamo mettendo una serie di telecamere rimovibili, che spostiamo per intercettare tutte quelle discariche a cielo aperto che si creano con l’abbandono incondizionato di rifiuti – racconta, – Le strade ormai sono diventate cassonetti, dobbiamo necessariamente arginare questo fenomeno: con i mezzi che abbiamo, che non sono tantissimi, spostiamo queste telecamere prima pulendo la zona, poi collocando le telecamere per conservare il decoro e infine multando quelle persone che si ripropongono ad abbandonare i rifiuti. Abbiamo già oltre 50 avvisi di reato: con la normativa 137/2023 anche l’abbandono di un sacchetto ha una valenza penale, che può essere trasformata in ammenda amministrativa con il pagamento di 2.500 euro”.

Non si tratta, aggiunge il comandante della Polizia metropolitana, di “un’azione piratesca, ma finalizzata a normalizzare il fenomeno: in più ci sono, così come previsto dalla normativa, cartelli che segnalano la presenza delle telecamere. Serve la collaborazione dei Comuni e delle società di gestione della raccolta rifiuti: in questo modo il cittadino può godere non di un’azione repressiva, ma della pulizia dei luoghi. Quest’attività è già operativa a Monreale, Termini Imerese, Partinico, Trabia e Santa Flavia: vorremmo estenderla, pur sapendo che le nostre dotazioni non sono eccezionali in quanto siamo 17 operatori compreso il sottoscritto”.

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Cronaca

Violenza tra ragazzine a Messina: i video sui social, identificate autrici

La Procura per i minori indaga su una serie di attacchi e risse tra giovanissime, documentati in video

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Le indagini dei carabinieri hanno portato all’identificazione di un gruppo di minorenni coinvolte in violente aggressioni a Messina, episodi ripresi in video e condivisi sui social.

Il primo caso risale all’11 ottobre scorso, quando una quattordicenne è stata aggredita a Villa Dante da due coetanee di 14 e 15 anni, mentre altre due tredicenni filmavano la scena con i loro telefoni cellulari.

La vittima ha dichiarato di non aver riportato lesioni e di non voler sporgere querela, nonostante l’aggressione fosse avvenuta senza motivo apparente. Le autrici del pestaggio l’avevano accusata di averle offese con parolacce, pur non fornendo prove a sostegno di tali accuse.

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La stessa indagine ha portato all’identificazione di una tredicenne, responsabile di un’altra aggressione avvenuta il 28 settembre in via La Farina, dove una dodicenne è stata minacciata e percossa.

Anche in questo caso, la scena è stata ripresa e diffusa in rete. La quattordicenne coinvolta nell’episodio di Villa Dante avrebbe partecipato anche a questo attacco, attirando la vittima con un appuntamento telefonico.

Infine, la Procura ha identificato la quindicenne autrice dell’aggressione di Villa Dante come coinvolta in una rissa sul tram, avvenuta il 24 agosto nei pressi di Piazza Cairoli. Anche questo scontro è stato filmato. La giovane è stata denunciata per rissa e interruzione di pubblico servizio, mentre la tredicenne responsabile dell’attacco di via La Farina era presente ma non ha partecipato attivamente alla rissa.

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