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Palermo, il nuovo tecnico è Eugenio Corini: succede a Silvio Baldini

Il nuovo allenatore del Palermo, pronto all’esordio in Serie B, è Eugenio Corini. Per il “Genio” è la seconda volta sulla panchina rosa

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Questa volta è fatta: Eugenio Corini si prepara per la seconda volta ad allenare il Palermo. Il tecnico, ex capitano rosanero, firma un contratto biennale, fino al 2024.

Corini ha, dunque, avuto la meglio nella concorrenza con Luca D’Angelo, oltre a quella con gli altri papabili, fra cui De Rossi. La trattativa è durata circa 10 giorni, ma alla fine anche la dirigenza del City group ha dato il proprio “ok”. (👇 continua sotto 👇)
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Riparte l’era del Genio, che avrà una settimana per preparare la gara d’esordio in Serie B, in programma fra pochi giorni, al Renzo Barbera contro il Perugia. Ma, soprattutto, sarà fondamentale il supporto di Corini nell’ambito del calciomercato e per il rafforzamento dell’organico: per i colori rosanero negli ultimi giorni i movimenti sono rimasti totalmente “in ghiaccio”.

Nella mattinata di oggi è anche arrivata la comunicazione ufficiale del club di viale del Fante:

“Il Palermo FC – si legge – comunica di aver affidato la guida tecnica della prima squadra a Eugenio Corini. L’allenatore bresciano torna così a far parte della famiglia rosanero dopo 4 anni da calciatore e capitano (2003-2007) e una breve esperienza in panchina (2016-2017).

Corini ha firmato un contratto biennale con il club ed è atteso a Palermo già per la gornata di oggi. Verrà presentato alla stampa martedì 9 agosto alle 12.15, nella sala stampa dello stadio Renzo Barbera (accesso riservato ai giornalisti già in possesso di accredito stagionale per le conferenze del club, secondo le consuete modalità).

Il City Football Group, il presidente Mirri e tutta la famiglia rosanero intendono ringraziare mister Stefano Di Benedetto per l’ottimo lavoro svolto e la grande disponibilità mostrata negli ultimi giorni e dare un caloroso bentornato a casa al “Genio”, che sarà a lavoro già da lunedì”.
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Serie C, il Catania cade in zona Cesarini: al Massimino il Giugliano fa tris

Salvemini (doppietta) è il trascinatore dei tigrotti, gli etnei chiudono pure in 10, per il cartellino rosso a Cicerelli

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Spettacolo e gol a iosa negli anticipi della 13^ giornata di ritorno della serie C. Nel girone A il Padova supera la Pergolettese (2-1) e rinvia la serie B matematica del Mantova che potrebbe arrivare sabato battendo l’Atalanta Under 23.

Nel girone B la Carrarese la spunta al 90′ contro il Perugia, grazie a Finotto, il Gubbio batte (1-0) la Torres e di conseguenza il Cesena vede la B sempre più a un passo, la Lucchese fa il colpaccio a Pesaro (1-3), mentre la Fermana si assicura tre punti di platino in chiave salvezza, battendo 3-2 il Rimini.

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Nel girone C il Giugliano non si ferma più. I campani vincono a Catania (3-2) con un gol, ancora una volta, in zona Cesarini. Salvemini (doppietta) è il trascinatore dei tigrotti, gli etnei chiudono pure in 10 (espulso Cicerelli). (foto archivio)

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Serie A e razzismo, Juan Jesus: “Non capisco la sentenza, non mi sento tutelato”

“Non capisco come la frase ‘vai via nero, sei solo un negro…’ possa essere non discriminatoria”

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Il giorno dopo la decisione del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, di non adottare provvedimenti nei confronti di Francesco Acerbi, Juan Jesus prende posizione.

Lo fa, con l’aiuto dei suoi legali, con un comunicato pubblicato sul sito del Napoli. “Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il giudice sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti durante la partita Inter-Napoli dello scorso 17 marzo: è una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza – spiega il difensore del club azzurro -. Sono sinceramente avvilito dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito “da signore” evitando di interrompere un’importante partita con tutti i disagi che avrebbe comportato agli spettatori che stavano assistendo al match, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio. Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire”.

Juan Jesus prosegue spiegando: “Non mi sento in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che ‘è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesà ed il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che, sempre secondo la decisione, solo io e ‘in buona fede” avrei percepito. Non capisco, davvero, in che modo la frase ‘vai via nero, sei solo un negro…’ possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria. Non comprendo, infatti, perché mai agitarsi tanto quella sera se davvero fosse stata una “semplice offesa” rispetto alla quale lo stesso Acerbi si è sentito in dovere di scusarsi, l’arbitro ha ritenuto di dover informare la Var, la partita è stata interrotta per oltre 1 minuto e i suoi compagni di squadra si sono affannati nel volermi parlare”.

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“Non riesco a spiegarmi perché mai, solo il giorno dopo e in ritiro con la Nazionale, Acerbi abbia iniziato una inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia, invece, subito negato, appena finita la partita, quanto era in realtà avvenuto. Non mi aspettavo – prosegue – un finale di questo genere che temo – ma spero di sbagliarmi – potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi comportamenti. Spero sinceramente che questa, per me, triste vicenda possa aiutare tutto il mondo del calcio a riflettere su un tema così grave e urgente”.

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Sinner, chi ti ferma più? A Miami è semifinale: battuto Machac

Il tennista altoatesino non si ferma e per la terza volta in carriera raggiunge le semifinali del “Miami Open”: i dettagli

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Jannik Sinner non si ferma e per la terza volta in carriera raggiunge le semifinali del “Miami Open”, secondo Atp Masters 1000 stagionale dotato di un montepremi di 8.995.555 dollari, che si sta disputando sui campi in cemento dell’impianto dell’Hard Rock Stadium, in Florida.

Il 22enne tennista altoatesino, numero 3 del ranking mondiale e 2 del tabellone, ha sconfitto anche il ceco Tomas Machac, 60esimo del ranking e ‘giustizierè negli ottavi di Matteo Arnaldi, per 6-4, 6-2 dopo 1h31’ di gioco.

“Il punteggio a volte può mentire, ma ho giocato bene i punti importanti” ha dichiarato a caldo l’azzurro dopo la vittoria. Sinner, che in semifinale troverà uno fra Medvedev e Jarry, va a caccia del suo 13esimo titolo, il secondo “1000” dopo quello conquistato a Toronto nella passata stagione.

A Miami ha già raggiunto per due volte la finale, perdendo nel 2021 contro Hurkacz e lo scorso anno proprio con Medvedev. Il giovane fuoriclasse azzurro in questo 2024 ha vinto già 20 dei 21 match disputati, mettendo in bacheca Australian Open e l’ABN AMRO Open di Rotterdam. “Fisicamente mi sento bene, si tratta di competere quindi ci si allena duramente per essere in posizioni come queste. Questo per me è un torneo speciale, perché qui ho disputato la mia prima finale”.

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Cronaca

Razzismo, l’interista Acerbi assolto, niente squalifica: “Non c’è alcuna prova”

“Non si raggiunge il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio”

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Il difensore dell’Inter, Francesco Acerbi, viene assolto dal Giudice sportivo per “mancanza di prove”. Il nerazzurro non riceve nessuna squalifica dopo le accuse di razzismo ricevute da Juan Jesus.

Il brasiliano del Napoli aveva denunciato il giocatore durante la sfida di San Siro dello scorso 17 marzo, terminato 1-1. Il giudice sportivo ha deciso di non applicare sanzioni nei suoi confronti perché “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata” a Juan Jesus.

La sentenza è destinata a far discutere e a far esplodere l’ennesima polemica legata al razzismo nel calcio italiano.

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La scelta è motivata dal fatto che, anche se Acerbi non ha “disconosciuto” l’offesa, ma il suo “contenuto discriminatorio …senza che per questo venga messa in discussione la buona fede” di Juan Jesus “risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso”, senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale”.

Acerbi, che non aveva mai ammesso le accuse, era tornato a casa dopo la convocazione in Nazionale, proprio a causa della denuncia di Jesus. In attesa del verdetto, arrivato oggi, la Nazionale aveva preferito non esporre il giocatore a ulteriori polemiche.

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