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Gola tagliata e tragedia durante la partita, la scoperta sconvolgente della fidanzata

La sconvolgente scoperta della ragazza dopo la tragica scomparsa dell’atleta americano

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La vicenda di Adam Johnson (LEGGI), che ha sconvolto l’Inghilterra nella scorsa settimana, si allarga con ulteriori dettagli. Sotto i riflettori è passata una storia che riguarda proprio la fidanzata del giocatore di hockey su ghiaccio, ucciso dalla lama di un pattino, che gli ha letteralmente tagliato la gola durante una partita.

La giovane Ryan Wolfe sta, infatti, soffrendo due volte. Oltre ad essere in lutto per la perdita della star americana di 29 anni, la ragazza ha scoperto in casa l’anello di fidanzamento con cui Johnson le avrebbe fatto la proposta di matrimonio. Questa la rivelazione fatta dai suoi parenti.

La nonna del giovane giocatore aveva detto di avere visto l’anello – ha raccontato a Usa today Scott Pionk, ex compagno del college della vittima – e che “prima o poi le avrebbe fatto la proposta“. Anche un altro amico di famiglia, che non ha voluto essere nominato a causa della delicatezza della situazione, ha confermato la versione di Pionk. La coppia stava insieme da più di un anno e si dice che Johnson abbia acquistato l’anello prima di trasferirsi nel Regno Unito per proseguire la sua carriera nell’hockey su ghiaccio. (continua sotto la foto)

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La morte è giunta inaspettatamente, dopo il tragico incidente nel corso del match fra i Nottingham Panthers e gli Sheffield Steelers all’Utilita Arena. Ecco cosa è accaduto il 28 ottobre scorso: LEGGI.

Sei stato la mia casa, il mio migliore amico, la mia cassa di risonanza, la mia roccia, il mio rifugio sicuro e l’amore della mia vita. Non smetterò mai – ha scritto la fidanzata – di pensarti, di sentire la tua mancanza e di amarti finché non potremo stare di nuovo insieme. Ti amo”.

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Neonato di tre mesi sbranato da cane lupo “domestico”: cittadina sotto shock

“Le persone che possiedono ibridi – hanno detto gli esperti – spesso scoprono così il comportamento imprevedibile del loro animale domestico”

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Il dolore più grande, per una coppia di genitori. L’incidente è stato drammatico, ed è costato la vita ad un bimbo neonato, azzannato da un cane lupo che viveva come animale domestico nell’abitazione della stessa famiglia.

Si tratta della tragedia avvenuta a Chelsea, negli Stati Uniti, dove il piccolo è stato attaccato proprio da un cane di grossa taglia. L’animale era discendente – come ha poi riportato Abc news – dai lupi. I genitori hanno fatto di tutto per tentare di salvare il bimbo, allontanandolo dall’animale, ma non c’è stato, purtroppo, nulla da fare.

Il piccolo aveva tre mesi, e il piccolo ha portato a “combattere” sopravvivendo per diversi minuti all’agguato. I soccorritori sono presto arrivati nell’appartamento, e il bimbo è stato poi trasportato d’urgenza al Grandview Medical Center. Lì, purtroppo, i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

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Il cane lupo è stato poi soppresso e portato all’Alabama State Diagnostics Laboratory ad Auburn per verificare la sua discendenza, poi confermata dai risultati di esami specifici.

“Le persone che possiedono ibridi – hanno pubblicato gli esperti del laboratorio – spesso scoprono che il comportamento del loro animale domestico rende difficile prendersene cura, poiché il loro corredo genetico rende il loro comportamento incoerente e imprevedibile“.

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Sta dormendo, ma sprofonda con il letto al piano di sotto: dramma a Roma

L’incredibile incidente nel quartiere Africano: la donna è stata ricoverata in codice rosso, con alcune fratture. Ecco cos’è successo

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Si trovava normalmente a letto. E stava, come sempre a quell’ora, dormendo. Improvvisamente, il solaio ha ceduto e la sfortunata protagonista dei fatti è letteralmente sprofondata al piano di sotto.

Si tratta di una vera e propria tragedia sfiorata, nella tarda serata di ieri, in un palazzo di viale Eritrea, nel quartiere Africano a Roma. A precipitare al piano di sotto, per il crollo del solaio, è stata una donna di 76 anni. La sfortunata vittima è caduta con tutto il letto al piano di sotto, dove – secondo quanto è poi trapelato – ci sarebbero stati nei giorni scorsi dei lavori di ristrutturazione.

Dopo l’incidente sul posto sono giunti i vigili del fuoco, polizia, carabinieri e polizia locale. Nel piano sottostante non c’era nessuno al momento del crollo, ma per sicurezza l’intero stabile di viale Eritrea è stato evacuato. Sotto sequestro i due appartamenti interessati: sesto e settimo piano ora sotto sequestro per accertamenti.

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Come è stato poi successivamente appurato, il materasso avrebbe attutito il colpo. Alla fine, la donna è rimasta ferita ed è stata portata in ospedale in codice rosso con alcuni traumi. Per lei, solo alcune fratture al braccio destro.

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Turetta incontra i genitori: “Pagherò fino alla fine, so che non mi perdonerete”

L’incontro fra il giovane che ha ucciso Giulia Cecchettin ed i propri familiari: le parole durante la “prima volta” in carcere

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Sono pur sempre il papà e la mamma, ed hanno scelto assieme di “non abbandonarlo”. Quel ragazzo, fino ad un mese fa, veniva da loro considerato un “figlio perfetto”, ma si è poi dimostrato capace di un terribile femminicidio.

I genitori di Filippo Turetta, alla fine, hanno deciso che era giunto il momento di incontrarlo, dopo avere “saltato” la prima occasione. La prima volta – dopo il delitto di Giulia Cecchettin – è avvenuta nel carcere di Verona, dove è detenuto da otto giorni. Nicola Turetta ed Elisabetta Martini sono entrati nell’istituto penitenziario nella giornata di ieri ed hanno parlato con il figlio per circa un’ora.

Hanno pianto, si sono abbracciati e l’ex studente di ingegneria biomedica ha ripetuto parole già usate davanti ai magistrati: “Devo pagare tutto fino alla fine, ho fatto qualcosa di terribile, ho perso la testa, ma non volevo e so che non potrete mai perdonarmi”.

LEGGI ANCHE: Omicidio Giulia, interrogatorio Turetta: “M’è scattato qualcosa in testa”

I due hanno lasciato poi il carcere in lacrime, ringraziando gli agenti della polizia penitenziaria per il loro lavoro di custodia, e hanno promesso al figlio che torneranno.

Le indagini, intanto, proseguono, anche se chi sta indagando ritiene esaustivo l’interrogatorio di nove ore reso da Turetta due giorni fa. Al momento non ne sono stati programmati altri per ora. Il 21enne aveva sostenuto di “avere perso la testa” l’11 novembre scorso, quando Giulia gli aveva ribadito che non c’era spazio per riallacciare una relazione e che doveva smetterla di seguirla e ricattarla psicologicamente. Lui ha detto che era “ossessionato” da lei.

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Bambine di 10 e 12 anni ladre d’appartamento: l’intervento della polizia

All’inizio le due “piccole” hanno cercato di negare l’evidenza, poi hanno consegnato gli strumenti alle forze dell’ordine

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Sono state fermate dalla polizia, ed hanno appena 10 e 12 anni. Si tratta di due bambine che gli agenti, a Milano, hanno sorpreso mentre cercavano di scassinare la porta di ingresso di uno stabile.

Le bambine erano già note alle forze dell’ordine che le hanno seguite dalla stazione di Busto Arsizio fino al centro città, avendo notato che le due camminavano sole. La bambina di 12 anni era già nota alla polizia per furti in appartamenti. Colte in flagrante, all’inizio le due hanno cercato di negare l’evidenza, poi hanno consegnato gli strumenti che avevano per compiere i furti e sono state accompagnante in questura.

È a questo punto che la più grande è stata trovata nel sistema delle forze dell’ordine, con nomi e date di nascita diversi. Le due bambine, di etnia rom, hanno poi fornito un contatto da chiamare, che non apparteneva però ai genitori.

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La donna dall’altra parte della cornetta ha risposto dicendo che avrebbe mandato un avvocato di fiducia, che ha preso le due in affidamento. Per l’età inferiore ai 14 anni le due bambine non sono imputabili.

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