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“Mi hai dato tutto, t’ho dato tutto”: l’addio al calcio di Superman Buffon
Nevio Scala lo face debuttare fra i pali del Parma contro il Milan, a soli 17 anni: portiere dei record, ha ancora quello dell’imbattbilità
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“Finisce qua. Mi hai dato tutto. Ti ho dato tutto. Abbiamo vinto insieme”. Poche righe via social, a corredo di un video – “Viva la Vida” dei Coldplay la colonna sonora – che ripercorre i momenti più belli di una carriera unica, un po’ portiere, un po’ Superman perchè in fondo i panni del supereroe li ha vestiti spesso.
La notizia era nell’aria, mancava solo l’ufficialità del diretto interessato che in un pomeriggio d’agosto annuncia di voler appendere i guantoni al chiodo: a 45 anni Gigi Buffon si ritira. Un numero uno fra i numeri uno, con le stimmate del predestinato sin da quando, il 19 novembre 1995, Nevio Scala lo fa debuttare fra i pali del Parma contro il Milan, a soli 17 anni.
Partita che finisce 0-0, primo di una lunga serie di clean sheet che caratterizzeranno la storia di uno dei più grandi – se non il più grande – portiere di sempre. Basterebbero alcuni numeri per sottolineare la grandezza di Buffon: dieci scudetti, un record come quello di presenze in Nazionale (176) e in serie A (657) dove detiene anche il primato di imbattibilità, 974 minuti senza subire gol. E poi la sua bacheca, col Mondiale vinto nel 2006 come punto più alto, oltre a svariati titoli con l’unica eccezione di quella Champions sfiorata tre volte, con le finali perse nel 2003, 2015 e 2017, e un Pallone d’Oro accarezzato dopo Berlino (secondo dietro Cannavaro), a un passo dall’emulare Yashin.
Dagli inizi a Parma al trasferimento record (105 miliardi di lire) nel 2001 alla Juve dove gioca quasi tutta la sua carriera, scendendo anche in B da campione del mondo. In bianconero scrive altre pagine di storia (record di trofei e presenze) fino al 2021, con l’eccezione di quell’anno al Psg inseguendo senza successo il sogno della Coppa dalla grandi orecchie. Poi il ritorno al passato, nella “sua” Parma, sperando di riportare i ducali in A.
Non ci riuscirà e alla fine, seppur con un altro anno di contratto, decide di fermarsi. “Ventotto anni di carriera mi sembra un risultato incredibile, quasi impensabile, soprattutto per la continuità di rendimento dimostrata in quasi tre decenni – il suo saluto attraverso il sito proprio del Parma – Questo, secondo me, è l’aspetto che più determina il valore di una carriera sportiva, in questo caso la mia. Ci ho messo così tanta passione, dedizione, entusiasmo e allegria che a guardarmi indietro, posso dire che sono veramente volati. Sì, questi 28 anni – con queste due date (19 novembre 1995 e 30 maggio 2023, l’esordio in A e l’ultima in B) – sono la mia storia calcistica e la mia storia sportiva. Ma anche la storia di chi, con il tifo, con le lacrime e con l’amore, in questi 28 anni mi ha sostenuto”.
E ora? Chissà. Il Parma avrebbe voluto subito inserirlo nel suo organigramma, per la sua lunghissima storia in bianconero non sarebbe difficile immaginarlo in qualche ruolo nella Juve ma con molta probabilità nel suo futuro c’è la Nazionale, magari raccogliendo il testimone dal compianto Gianluca Vialli. Per insegnare ai giovani cosa significa indossare la maglia azzurra, lui, ultimo dei 23 campioni di Berlino a uscire dal campo.
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Il flop Palermo a Carrara, Dionisi arrabbiatissimo: “Bagno d’umiltà” – VIDEO gol highlights
Il tecnico ed il difensore Ceccaroni ammettono alla fine della gara con la Carrarese gli errori: “Sconfitta meritata, serve più umiltà”
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La sconfitta del Palermo in casa della Carrarese lascia strascichi di pesante delusione. Il tecnico rosanero Alessio Dionisi non usa mezzi termini per analizzare la prestazione dei suoi: “Non puoi fare una partita così, sperando che l’episodio cada dal cielo. Serve un bagno di umiltà per tutti. Questa sconfitta brucia, non siamo stati bravi per niente”.
L’allenatore ha sottolineato la prestazione incisiva della Carrarese: “Hanno usato bene le loro armi, mentre da noi, con quattro attaccanti in campo, mi aspettavo molto di più. Non abbiamo mai impegnato il loro portiere, che non ha fatto neanche una parata”.
LEGGI ANCHE: Palermo, che “frittata” difensiva: la Carrarese ringrazia e vince
Anche i giocatori condividono la delusione. Il difensore Pietro Ceccaroni ha espresso il suo rammarico: “Dare continuità ai risultati sarebbe fondamentale in una Serie B così lunga e difficile. Siamo delusi, sapevamo che a Carrara tutti hanno faticato, e noi eravamo preparati a far battaglia. Ma nel secondo tempo loro sono cresciuti di intensità e noi non abbiamo retto”.
Le immagini del match fra Carrarese e Palermo, deciso dal gol di Shpendi ad un quarto d’ora dalla fine, dopo un gravissimo “pasticcio” difensivo rosanero.
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Palermo, che “frittata” difensiva: la Carrarese ringrazia e vince
Il gol a 15′ dalla fine, quando con Desplanches in uscita Gomes ha tentato un retropassaggio di testa, scavalcandolo
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Fallisce l’appuntamento con il secondo successo consecutivo per il Palermo, che sul campo della Carrarese confeziona soltanto un “disastro” esterno (1-0 il finale). È un incredibile errore difensivo a costare la sconfitta alla squadra di Dionisi, che torna a lavorare duramente dopo il sorriso che era stato ritrovato una settimana fa contro lo Spezia.
Risultato frutto di un match che ha offerto il meglio nella seconda frazione di gioco, dopo i primi 45 minuti segnati dell’equilibrio e pochissime conclusioni nello specchio. La grande chance è arrivata per Henry prima dell’intervallo, ma l’attaccante ha sparato alto da ottima posizione sull’assist di Di Mariano.
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Rosa più accesi nel secondo tempo, quando Dionisi ha spedito in campo, fra gli altri, anche Matteo Brunori. Ma dopo una discreta prima fase, la più incredibile occasione è nata fra i piedi di Shpendi, stoppato per due volte a pochi centimetri dal gol. Al quarto d’ora il primo salvataggio di Desplanches, secondo di Ceccaroni.
La “frittata” difensiva del Palermo è arrivata al minuto 78, quando con Desplanches in uscita Gomes ha tentato un retropassaggio di testa, scavalcando di fatto il numero uno. È nato così l’assist per Shpendi, che a porta vuota ha infilato con facilità l’1-0.
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Palermo, caccia ai tre punti contro la Carrarese: dubbio Gomes a centrocampo
Dionisi prepara il consueto modulo 4-3-3, e pensa a eventuali nuove soluzioni per il centro del campo: Brunori verso una nuova panchina
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Il sogno è ben chiaro: quello del secondo successo consecutivo in campionato, dopo la pesante affermazione casalinga contro lo Spezia di Soleri e Mateju. Il Palermo di Dionisi è pronto a scendere in campo questo pomeriggio contro la Carrarese.
Una nuova vittoria sarebbe di cruciale importanza per risalire in classifica e, soprattutto, lanciare un segnale forte alle rivali, nella corsa alla promozione, prima della pausa natalizia. Durante la rifinitura di Torretta, il tecnico ha provato diverse soluzioni tattiche, alternando il 4-3-3 e il 4-2-3-1.
Per ciò che riguarda la formazione, in difesa, la linea a quattro dovrebbe essere composta da Diakitè, Baniya, Nikolaou e Lund. Incertezza per quanto concerne il centrocampo, dove il tecnico ha detto di essere al lavoro per integrare Ranocchia e Claudio Gomes, che potrebbe però anche essere schierato a partita in corso.
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L’impressione è che le scelte ricadano ancora sul trio già visto contro lo Spezia, composto da Verre, Segre e Ranocchia a far da regista avanzato. Per l’attacco, poche sorprese: Insigne e Di Francesco verso un posto da titolare, con Henry che appare favorito su Le Douaron. Brunori, ancora una volta, va verso la panchina, ma non è escluso un inserimento a gara in corso, anche con un ruolo da trequartista.
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Tacconi: “Schillaci, un fratello: ascolto ancora i vocali che inviava mentre ero in coma”
L’ex portiere della Juventus racconta la sua rinascita, tra ricordi di campo e sfide personali
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“Sto meglio e la mia famiglia è stata la mia più grande medicina. Non mi hanno lasciato mai solo”. Così Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus, parla della sua rinascita dopo l’aneurisma che lo colpì il 22 aprile 2022.
Oggi, con il suo libro L’arte di parare, è in tour per l’Italia e ha recentemente incontrato i tifosi a Rimini, al centro commerciale Le Befane.
Tacconi è un nome indelebile nella storia del calcio: l’unico portiere della Juventus ad aver vinto tutte le competizioni UEFA, dalla Coppa dei Campioni alla Coppa delle Coppe, fino alla Coppa UEFA del 1990. “La mia parata più emozionante? Quella su Gomes nella finale di Coppa delle Coppe del 1986 contro il Porto. Vincemmo 2-1”.
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Il viaggio di rinascita è stato lungo: “Durante la riabilitazione, il sostegno dei tifosi è stato incredibile. Voglio ringraziare mia moglie, i miei figli e tutti coloro che hanno pregato per me. Con mio figlio Andrea guardiamo al futuro: con la nostra azienda vinicola Junic, sogniamo di unire vino e gastronomia”.
Nel suo libro, Tacconi non racconta solo il calcio, ma anche le “parate” della vita. Tra i momenti più toccanti, il ricordo di Totò Schillaci: “Mi mandava messaggi vocali mentre ero in coma. Li ascolto ancora oggi. Era un fratello“. Non manca un pensiero per Gianluca Vialli: “Anche lui mi ha sostenuto, nonostante stesse lottando”.
Tacconi riflette anche sul calcio di oggi: “Manca la rivalità tra portieri, tutto è meno divertente”. E, parlando di rivalità, ricorda Walter Zenga: “La nostra è sempre stata rispettosa, una “bella” rivalità”. Ora, però, la sua sfida più grande è continuare a vivere intensamente, dentro e fuori dal campo.
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