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Sicilia

Miccichè: “Schifani democratico, non farà come Musumeci”

“Schifani democratico: non farà come Musumeci”: le parole del presidente Ars, Gianfranco Miccichè – L’INTERVISTA

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“Schifani è un’icona di Forza Italia, così come lo è la Prestigiacomo. Come ha dimostrato da Presidente del Senato, è una persona che si fa amare da tutti, così come io da presidente dell’Ars mi sono fatto amare da tutti. E’ un democratico vero, con lui non corriamo il rischio che in Regione accada quanto accaduto con Musumeci”.

Lo dice a Italpress Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars e coordinatore di Fi in Sicilia. Micciché torna sulle discussioni per la scelta del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione siciliana. “Ho avuto 2 settimane di trattativa come mai mi è accaduto prima – racconta – E’ stata una violenza dietro l’altra. Schifani è un’icona di Fi, come la Prestigiacomo ed è ancora incomprensibile il no a lei come ad altri, arrivato con una violenza anche verbale non consentita, alla quale non eravamo non abituati da parte di La Russa”. (👇 continua sotto 👇)
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“Fdi aveva deciso che dovevano scegliere loro – prosegue – Questo non mi piace, che quando noi ervamo primo partito lavoravamo per aiutare gli alleati, mentre oggi che Fdi è primo lavora per restare l’unico partito. Grazie a Dio Schifani è intelligente, leale, conosce i nostri meccanismi di generosità del passato”. “Ma dal momento che cerco sempre le cose positive – aggiunge – dico che La Russa mi ha insegnato qualcosa, ovvero che non bisogna avere pietà. Forse ha ragione La Russa quando pensa di ammazzare politicamente tutti gli altri. Ne farò tesoro anche se non fa parte della mia cultura”. Nella composizione del governo regionale, in caso di vittoria del centrodestra, Micciché mette in guardia Schifani: “Non si faccia infinocchiare come hanno infinocchiato noi le ultime volte, me incluso, da uno come Armao (Gaetano Armao, attuale vicepresidente della Regione siciliana, ndr), che con i suoi ‘indignati’ millantava una forza politica importante ma poi quando li cercava, questi ‘indignati’, non ci riusciva”.

“Armao che in cambio di quella falsità si prese la vice presidenza della Regione – conclude – Ora sta facendo esattamente la stessa operazione. Invito l’amico Schifani a non farsi infinocchiare. Se ci caschiamo anche stavolta… Armao non ha un voto, ma con giochi ‘imbroglioneschi’ riesce a trovare sempre posizione. Spero che Renato lo capisca”.

La riposta di Schifani è arrivata a stretto giro. “Siamo del tutto insensibili a eventuali profferte, e non facciamo nessuna campagna acquisti a chi si propone dal terzo polo – ha detto all’Italpress – La discesa in campo in Sicilia del terzo polo di Calenda, con la promessa di posti al Parlamento è destinata a fallire miseramente. I siciliani sono abbastanza maturi per respingere gli ‘ascarismi’ e dare fiducia al voto utile, quello cioè indirizzato a una coalizione come il centrodestra avviata, alla luce di tuti i sondaggi, a una vittoria nazionale e regionale”.

Pronta anche la replica di Armao. “Ho accettato la candidatura ieri, con grande determinazione – ha risposto – Miccichè è fuori pista, come accade sovente”. (Italpress)
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Cronaca

Auto precipita in una scarpata nel Siracusano: morto uomo di 68 anni

Il drammatico incidente è avvenuto lungo la strada statale 114, fra Melilli ed Augusta

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Ancora un drammatico incidente sulle strade siciliane, e ancora una vittima. Lungo la strada statale 114, fra Melilli ed Augusta, l’auto di un uomo di 68 anni, che stava viaggiando assieme al figlio ventenne, è andata a finire in una scarpata, dopo avere sfondato il guardrail.

Nel Siracusano la vittima è stata trasportata in ospedale, a Catania, dove tuttavia ha perso la vita a causa delle gravi ferite riportate. Ferito il figlio ventenne, che è invece stato trasportato all’Umberto I di Siracusa.

Si indagherà sulle cause dell’incidente, che non sono ancora chiare.

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Cronaca

Orrore a Palermo, cagnolino ritrovato in cassonetto: forse gli hanno sparato

L’animale è stato trovato agonizzante, è stato affidato alle cure di una clinica veterinaria

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Ancora un caso di violenza e maltrattamenti di animali, a Palermo. Nel quartiere Cruillas un cane è stato ritrovato all’interno di un cassonetto dei rifiuti, in condizioni disperate.

La scoperta, da parte di una passante, che ha sentito l’animale lamentarsi all’interno del contenitore. Lì il cane è stato trovato agonizzante, ed è stato liberato e poi affidato alle cure di una clinica veterinaria.

Le sue condizioni sono gravissime, in quanto l’animale ha una emorragia cerebrale, ed è stato trovato con dei fori sulla testa. Non si sa se qualcuno gli ha sparato.

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“Lo abbiamo soccorso dopo averlo trovato nella spazzatura – ha raccontato l’animalista Valeria Galletti attraverso i social, dove ha pubblicato la foto -. Siamo andati in clinica, è in agonia”.

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Cronaca

Palermo, lavori al ponte Corleone: limitazioni al traffico nei prossimi giorni

L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni. LEGGI ANCHE: […]

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L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni.

LEGGI ANCHE: Palermo, Il ponte Corleone “raddoppia”: sarà a 8 corsie, lavori al via – FOTO

Dal giorno 29 al giorno 30 aprile, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato valle. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Dal giorno 2 al giorno 3 maggio, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato monte. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Restano confermate le limitazioni disposte dall’ordinanza del 20 dicembre 2023.

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Cronaca

L’addio a Vincenzo Agostino, Lorefice: “Una sentinella nella notte” – VIDEO

Cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia

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“Vincenzo Agostino è stato da trentacinque anni – insieme alla sua amatissima moglie Augusta Schiera -, da quel tormentoso 5 agosto 1989, una vedetta, una sentinella, un vegliardo. Nonostante il buio della notte, allorché nel suo spirito poteva scendere una schiacciante angoscia, è diventato una fonte di incrollabile speranza per noi tutti, per questa nostra terra martoriata e per l’intero Paese; e particolarmente per i suoi cari e per noi che oggi lo salutiamo con il cuore spezzato ma con immensa ammirazione e con uno speciale debito di riconoscenza”.

LEGGI: Se n’è andato “papà coraggio” Vincenzo Agostino: una vita in nome del figlio Nino – VIDEO

Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso dell’omelia per i funerali di Vincenzo Agostino, in una cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia e conosciuto per la sua lunga barba bianca che non ha mai tagliato dal 5 agosto 1989, quando cosa nostra uccise il figlio Nino, poliziotto, insieme alla moglie incinta Ida Castelluccio.

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“La lunga barba bianca di Vincenzo Agostino – sottolinea l’Arcivescovo di Palermo – ha rappresentato per noi il segno della resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del “male strutturato” che ardiscono eliminare finanche – come lui stesso ebbe a dire – il «bene di un figlio, di una nuora, di un bambino […] mai conosciuto»; che sterminano Nino, un onesto e accorto servitore dello Stato, la sua giovane moglie Ida e il bambino che avevano concepito da pochi mesi; insanguina le strade della città, sparge afflizione nelle case e nelle famiglie, pianifica depistaggi, compra silenzi e connivenze anche tra esponenti del potere politico e delle istituzioni dello Stato. Questa è la notte! La notte delle persone, la notte delle comunità, del raffreddamento dei cuori, dell’idolatria del potere e delle cose materiali. L’eclissi del patto di fedeltà. Degli alti valori umani. Del rigore etico privato e pubblico. Della formazione delle coscienze. Ma quella barba è stata anche narrazione del suo vegliare nella notte, dell’uomo che con gli occhi penetra l’oscurità e attende con certezza l’irrompere della luce della verità che l’orgoglio e la tracotanza di uomini corrotti e alla ricerca di potere credono di sopraffare. Ha infuso speranza. Ha chiesto di non assopirci. Ci ha provocati a non cadere nell’indifferenza deresponsabilizzante e a non abituarci al male. Quella barba è quei capelli bianchi che esaltavano i suoi occhi pieni di luce nonostante le tenebre, sono stati per noi monito a rinnovarci, a rimanere desti, a porre domande: «se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!» (Is 21,12)”.

“La provata ma fulgida vita di Vincenzo e di Augusta – innamorati per sempre – ci sollecita – aggiunge monsignor Lorefice – a non indietreggiare dinanzi alle tenebre, di non abituarci al male, di non unirci agli empi e alle loro macchinazioni, di non patteggiare mai con i corrotti, di non farci avvincere dal laccio di una bramosia insensata e funesta (cfr 1Tm 6,9). Ha annunciato capacità di attesa, fermezza, indefettibilità, coerenza, resistenza, ricerca della verità e soprattutto speranza. Impegno per una città riscattata dal male. Lotta sincera, non simulata, alla criminalità organizzata, alla mafia, alle mafie che continuano imperterrite ad uccidere e a devastare le nostre città e le nostre case, i nostri figli. L’Evangelista Luca nel Vangelo descrive l’anziano vegliardo Simeone «uomo giusto e timorato di Dio» (Lc 2,25), che sa attendere attivamente, dentro lo scorrere della sua vita, l’adempimento delle promesse messianiche di Dio al suo «popolo Israele». Nell’incontro con Gesù, nel quale Simeone discerne la realizzazione della promessa fattagli dallo Spirito di vedere prima di morire il Messia del Signore, l’anziano vegliardo non dice: “ora posso scomparire”, ma: “ora è finito il tempo della mia fatica”.

“E’ finita la fatica di Vincenzo. Ora ci è chiesto di assumerla di portarla avanti noi. Il testimone passa a noi. Siamo qui per questo, per continuare a vegliare nella notte. E’ il modo migliore per dimostrare a tutti voi cari congiunti, e in particolare a voi carissime Flora e Nunzia e a voi nipoti, a te carissimo Nino, la nostra vicinanza e la nostra gratitudine a papà e a nonno Vincenzo. In una città che ha assistito al sacrificio di tanti uomini e donne delle istituzioni, della società civile e della Chiesa palermitana, possa la sua credibile e costante testimonianza continuare ad essere uno sprone nella costruzione di una città degli uomini giusta e solidale, libera dalle “strutture di peccato” mafiose e dalla corruzione e dalla falsità imperante. Ci sostenga la fede in Gesù Cristo risorto dai morti, alimentata dalla speranza dei cieli nuovi e della Terra nuova, così come ha sostenuto Vincenzo e Augusta”. (Italpress)

Di seguito, il servizio Medianews-Teleone di Gabriella Ricotta

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