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Sicilia

Tremestieri, la notizia più triste: ritrovato il cadavere della piccola Elena

Oggi la più triste notizia: trovato il cadavere della piccola Elena. di cui ieri era stata denunciata la scomparsa a Tremestieri etneo

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Oggi la triste notizia: è stato trovato il cadavere di Elena, la bimba di 5 anni di cui ieri era stata denunciata la scomparsa a Tremestieri etneo.

Il ritrovamento, a quanto apprende l’agenzia ansa, è stato possibile grazie a “pressioni esercitate negli interrogatori” dagli investigatori. Sarebbe stata la madre a fare trovare il corpo della piccola, della quale ieri la donna aveva denunciato il sequestro da parte di tre uomini armati e incappucciati, subito dopo aver prelevato la figlia all’asilo. La donna è uscita poco fa dalla sua casa di Mascalucia, con la sua auto, accompagnata dai carabinieri. (continua sotto)

Sul sequestro di ieri di Elena, 5 anni, trovata morta oggi, le indagini dei carabinieri e della Procura di Catania hanno puntato sia sul rapimento che sulla denuncia della madre che è apparsa “poco credibile” nella ricostruzione fornita. Alcune ‘anomalie’ sono emerse subito agli investigatori. La dinamica del sequestro nel racconto della donna: tre uomini incappucciati e uno armato di pistola. Nessun testimone, oltre lei, dell’episodio. Non chiama subito aiuto sul posto, telefonando al 112, ma prima va a casa e poi con i familiari dai carabinieri a presentare la denuncia.

Anomalie che hanno portato carabinieri e Procura a pressioni sulla donna che ha rivelato dove trovare il corpo della figlia. La mamma di Elena sta per essere nuovamente interrogata dalla Procura sulla vicenda.

Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, spiega che nell’interrogatorio della notte scorsa “la madre era stata lungamente sentita” e durante un “lungo interrogatorio le erano state contestate varie incongruenze. Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere – aggiunge il procuratore – e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni, presumibilmente confessorie“. 

Cronaca

Palermo, lavori al ponte Corleone: limitazioni al traffico nei prossimi giorni

L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni. LEGGI ANCHE: […]

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L’Ufficio Traffico e Mobilità ordinaria del Comune di Palermo, per consentire la posa in opera della barriera bordo laterale, dei tratti di transizione e dei tratti terminali di viale Regione Siciliana, direzione Catania, lungo il ponte Corleone, ha disposto con una ordinanza la chiusura al transito veicolare non contemporaneo della corsia o porzioni.

LEGGI ANCHE: Palermo, Il ponte Corleone “raddoppia”: sarà a 8 corsie, lavori al via – FOTO

Dal giorno 29 al giorno 30 aprile, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato valle. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Dal giorno 2 al giorno 3 maggio, nelle ore notturne (dalle 21:00 alle 6:00), in corrispondenza della corsia lato monte. Il traffico veicolare sarà regolato da apposita cartellonistica.
Restano confermate le limitazioni disposte dall’ordinanza del 20 dicembre 2023.

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Cronaca

L’addio a Vincenzo Agostino, Lorefice: “Una sentinella nella notte” – VIDEO

Cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia

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“Vincenzo Agostino è stato da trentacinque anni – insieme alla sua amatissima moglie Augusta Schiera -, da quel tormentoso 5 agosto 1989, una vedetta, una sentinella, un vegliardo. Nonostante il buio della notte, allorché nel suo spirito poteva scendere una schiacciante angoscia, è diventato una fonte di incrollabile speranza per noi tutti, per questa nostra terra martoriata e per l’intero Paese; e particolarmente per i suoi cari e per noi che oggi lo salutiamo con il cuore spezzato ma con immensa ammirazione e con uno speciale debito di riconoscenza”.

LEGGI: Se n’è andato “papà coraggio” Vincenzo Agostino: una vita in nome del figlio Nino – VIDEO

Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso dell’omelia per i funerali di Vincenzo Agostino, in una cattedrale gremita da migliaia di persone per l’ultimo saluto al padre coraggio simbolo della lotta alla mafia e conosciuto per la sua lunga barba bianca che non ha mai tagliato dal 5 agosto 1989, quando cosa nostra uccise il figlio Nino, poliziotto, insieme alla moglie incinta Ida Castelluccio.

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“La lunga barba bianca di Vincenzo Agostino – sottolinea l’Arcivescovo di Palermo – ha rappresentato per noi il segno della resistenza attiva e proficua alla mafia e alle tante forme del “male strutturato” che ardiscono eliminare finanche – come lui stesso ebbe a dire – il «bene di un figlio, di una nuora, di un bambino […] mai conosciuto»; che sterminano Nino, un onesto e accorto servitore dello Stato, la sua giovane moglie Ida e il bambino che avevano concepito da pochi mesi; insanguina le strade della città, sparge afflizione nelle case e nelle famiglie, pianifica depistaggi, compra silenzi e connivenze anche tra esponenti del potere politico e delle istituzioni dello Stato. Questa è la notte! La notte delle persone, la notte delle comunità, del raffreddamento dei cuori, dell’idolatria del potere e delle cose materiali. L’eclissi del patto di fedeltà. Degli alti valori umani. Del rigore etico privato e pubblico. Della formazione delle coscienze. Ma quella barba è stata anche narrazione del suo vegliare nella notte, dell’uomo che con gli occhi penetra l’oscurità e attende con certezza l’irrompere della luce della verità che l’orgoglio e la tracotanza di uomini corrotti e alla ricerca di potere credono di sopraffare. Ha infuso speranza. Ha chiesto di non assopirci. Ci ha provocati a non cadere nell’indifferenza deresponsabilizzante e a non abituarci al male. Quella barba è quei capelli bianchi che esaltavano i suoi occhi pieni di luce nonostante le tenebre, sono stati per noi monito a rinnovarci, a rimanere desti, a porre domande: «se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!» (Is 21,12)”.

“La provata ma fulgida vita di Vincenzo e di Augusta – innamorati per sempre – ci sollecita – aggiunge monsignor Lorefice – a non indietreggiare dinanzi alle tenebre, di non abituarci al male, di non unirci agli empi e alle loro macchinazioni, di non patteggiare mai con i corrotti, di non farci avvincere dal laccio di una bramosia insensata e funesta (cfr 1Tm 6,9). Ha annunciato capacità di attesa, fermezza, indefettibilità, coerenza, resistenza, ricerca della verità e soprattutto speranza. Impegno per una città riscattata dal male. Lotta sincera, non simulata, alla criminalità organizzata, alla mafia, alle mafie che continuano imperterrite ad uccidere e a devastare le nostre città e le nostre case, i nostri figli. L’Evangelista Luca nel Vangelo descrive l’anziano vegliardo Simeone «uomo giusto e timorato di Dio» (Lc 2,25), che sa attendere attivamente, dentro lo scorrere della sua vita, l’adempimento delle promesse messianiche di Dio al suo «popolo Israele». Nell’incontro con Gesù, nel quale Simeone discerne la realizzazione della promessa fattagli dallo Spirito di vedere prima di morire il Messia del Signore, l’anziano vegliardo non dice: “ora posso scomparire”, ma: “ora è finito il tempo della mia fatica”.

“E’ finita la fatica di Vincenzo. Ora ci è chiesto di assumerla di portarla avanti noi. Il testimone passa a noi. Siamo qui per questo, per continuare a vegliare nella notte. E’ il modo migliore per dimostrare a tutti voi cari congiunti, e in particolare a voi carissime Flora e Nunzia e a voi nipoti, a te carissimo Nino, la nostra vicinanza e la nostra gratitudine a papà e a nonno Vincenzo. In una città che ha assistito al sacrificio di tanti uomini e donne delle istituzioni, della società civile e della Chiesa palermitana, possa la sua credibile e costante testimonianza continuare ad essere uno sprone nella costruzione di una città degli uomini giusta e solidale, libera dalle “strutture di peccato” mafiose e dalla corruzione e dalla falsità imperante. Ci sostenga la fede in Gesù Cristo risorto dai morti, alimentata dalla speranza dei cieli nuovi e della Terra nuova, così come ha sostenuto Vincenzo e Augusta”. (Italpress)

Di seguito, il servizio Medianews-Teleone di Gabriella Ricotta

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Cronaca

Mafia, beni sequestrati a Leonardo Greco, nipote del “Papa”

Sequestrati beni per un milione di euro a Leonardo Greco, ritenuto il capo del rione palermitano di Ciaculli

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Sequestrati beni per un milione di euro a Leonardo Greco, ritenuto il capo del rione palermitano di Ciaculli e arrestato nell’operazione Cupola 2.0 a dicembre del 2018.

Leandro, figlio di Giuseppe e nipote del “Papa” Michele Greco (morto nel 2008), è stato condannato nel dicembre del 2020 a 12 anni di reclusione per appartenenza alla mafia con un ruolo direttivo.

Il sequestro, come riporta l’agenzia ansa, è stato compiuto dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo, che hanno eseguito un provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale.

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Grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è venuto fuori che Leandro Greco stava riorganizzazione la commissione provinciale di Cosa nostra, prendendo parte a numerosi incontri con esponenti di vertice di altri mandamenti.

Sono state sequestrate due imprese individuali a Palermo, con attività di ristorazione e di ingrosso di prodotti ortofrutticoli; un immobile nel capoluogo siciliano, destinata a laboratorio artigianale e 12 rapporti bancari.

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Cronaca

Schianto fra moto a Taormina, il 22enne Francesco Caruso non ce l’ha fatta

La famiglia del ragazzo ha accolto la proposta di donare gli organi: l’incidente era avvenuto sabato

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Non c’è stato nulla da fare, per Francesco Caruso. Il giovane di Letojanni – ricoverato al “San Vincenzo” di Taormina – dopo il terribile incidente di sabato pomeriggio, ha perso la vita.

Il ragazzo di 22 anni era rimasto vittima dello scontro frontale che è avvenuto sulla Statale 114 a Taormina.

Concluso l’accertamento della morte cerebrale avviato dai medici, la famiglia di Francesco ha accolto la proposta di donare gli organi. Il giovane lavorava all’hotel Atlantis Bay di Taormina, e sabato stava proprio raggiungendo il posto di lavoro in sella al suo scooter, nella frazione Spisone. Poi lo scontro con un’altra moto, guidata da un 39enne di Santa Teresa di Riva rimasto ferito in modo meno grave.

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