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News e Focus

Omicidio Giulia, Turetta dopo l’arresto: “Coltello alla gola, volevo farla finita”

Le prime parole del ragazzo dopo l’arresto: “Mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”

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AI poliziotti tedeschi, dopo aver tolto la vita a Giulia Cecchettin, Filippo Turetta ha raccontato di avere più volte pensato “di farla finita”.

Lo ha pensato mentre fuggiva da tutto e da tutti. Ma poi ha dichiarato di “non avere avuto il coraggio di farlo”. “Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte – è la dichiarazione che è stata messa a verbale – di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”.

Turetta s’è consegnato mani in alto ai poliziotti, con ferite alle mani e alle caviglie ed evidenti macchie di sangue addosso nel momento in cui le forze dell’ordine tedesche lo hanno fermato. E’ ancora da capire bene dove si sia procurato le ferite.

Il Tribunale tedesco di Naumburg ha intanto dato il via libera alla consegna all’Italia di Filippo. Lo stesso ragazzo – che è stato in una cella del “Der Rote Ochse” (oggi JVA Halle I), supercarcere che si trova a Halle in Germania – ha accettato la consegna con il proprio consenso

“Il mandato d’arresto europeo – si legge nella nota del giudice tedesco – accusa la persona ricercata di aver intenzionalmente abusato fisicamente di un’altra persona in Italia, al punto tale che questo trattamento ha portato alla sua morte. Le autorità italiane, trasmettendo il mandato d’arresto europeo, hanno chiesto l’estradizione della persona perseguita ai fini dell’azione penale. Il mandato d’arresto per estradizione costituisce la base giuridica per la continuazione della detenzione del perseguitato fino alla sua consegna alla custodia delle autorità italiane”, conclude la nota.

Multimedia

La cagnolina Athena “abbandonata in un armadio, senza cibo”: storia a lieto fine – VIDEO

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La storia strappalacrime della piccola pitbull: i lamenti hanno attirato l’attenzione di altri condomini. La storia e l’intervento salvavita

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La drammatica storia di Athena, fortunatamente a lieto fine, è stata raccontata dal rifugio Mercy Full Project, che adesso si sta prendendo cura della cagnolina. I fatti riguardano una cucciola di pitbull, che viveva in un imponente appartamento in Florida, insieme col suo padrone.

Ma era amore soltanto “apparente”, in quanto l’uomo, un giorno, ha pensato di rinchiudere la cagnolina all’interno di un armadio, per poi lasciare la sua casa e di trasferirsi altrove.

L’incredibile evento è venuto alla luce grazie ai pianti della pitbull, di circa un anno, che alla fine sono riusciti ad attirare l’attenzione dei condomini del palazzo. Questi hanno, infatti, chiamato le forze dell’ordine per aprire l’appartamento e, una volta dentro, è bastato seguire i lamenti che li hanno portati davanti ad un armadio.

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Lì dentro c’era, tremante, proprio Athena, la cagnolina abbandonata dal padrone. Era stata lasciata dall’ex padrone anche senza cibo né acqua.

“Il padrone poteva scegliere se portarla con sé o se lasciarla in un rifugio, dove le avrebbero trovato un’altra famiglia – hanno dichiarato dal Mercy Full Project -, ma non l’ha fatto. Ha preferito lasciarla morire. Adesso sta molto meglio, sta recuperando. In una sola settimana, è riuscita a prendere cinque chili. Questa cucciola è davvero dolcissima, scondinzola sempre e vuole dare tanto amore – hanno concluso -. Adesso ha bisogno soltanto di un’adozione del cuore per tornare completamente felice”. IL VIDEO:

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Scuolabus in gita sbanda e finisce contro auto e moto: almeno 11 morti in Indonesia

Ci sono anche 13 feriti gravi. Secondo quanto emerso, gli studenti erano in gita dopo avere conseguito il diploma

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Almeno 11 persone – fra le quali 9 liceali – sono morte in seguito a un incidente stradale, in cui è rimasto coinvolto uno scuolabus, sull’isola di Giava, in Indonesia.

Secondo quanto reso noto dalla polizia, l’incidente è avvenuto tra le città di Depok e Lembang. Lo scuolabus, che trasportava oltre 60 tra studenti e insegnanti, ha sterzato improvvisamente a sinistra finendo contro un’auto e tre moto.

Tra i passeggeri deceduti ci sono nove liceali e un professore. Ci sono anche 13 feriti gravi. Secondo quanto emerso, gli studenti erano in gita dopo avere conseguito il diploma.

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Si “contendono” una ragazzina, rissa fra alunni: a scuola finisce a coltellate

Il ferito è stato accompagnato in ospedale dal padre, subito avvertito dalla scuola: medicato, non è in pericolo di vita

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E’ accaduto tutto in classe: due studenti di un liceo di Reggio Calabria hanno litigato, per una ragazzina “contesa”, poi si è passati ai fatti, con le coltellate.

E’ accaduto tutto fra due studenti di 15 anni del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci”. Come ricostruito alla fine dai carabinieri, dopo una discussione, uno dei due ha estratto un coltello e ha colpito al dorso il coetaneo.

Il ferito è stato accompagnato in ospedale dal padre, subito avvertito dalla scuola: medicato, non è in pericolo di vita. L’altro 15enne è stato invece denunciato alla Procura dei minori. L’aggressore avrebbe colpito il compagno con un coltellino svizzero con cui ha colpito, per tre volte, il coetaneo.

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Le ferite non sono state, fortunatamente, molto profonde – per le dimensioni della lama – e non sono stati dunque intaccati organi vitali , impedito che i fendenti fossero profondi e rischiassero di colpire organi vitali. Sono i carabinieri a portare avanti le indagini.

Il ragazzino è stato dunque segnalato alla Procura per i minorenni di Reggio Calabria. Si valuta se indagarlo per lesioni gravi o se ci sono anche gli estremi per l’accusa di tentato omicidio.

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Malore improvviso a 22 anni, Conegliano in lacrime per Sofia

Increduli sono i colleghi della ditta “Tre Cuori”, per l’improvvisa morte probabilmente causata da un aneurisma

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Stroncata da un malore improvviso, ad appena 22 anni, Sofia Ratanina, che abitava a Conegliano. Increduli sono i colleghi della ditta “Tre Cuori”, per l’improvvisa morte probabilmente causata da un aneurisma.

A trovarla in condizioni disperate era stata la nonna, nell’appartamento in cui viveva insieme a lei. Trasportata d’urgenza al “Cà Foncello” di Treviso, Sofia ha lottato fra la vita e la morte per tre giorni.

Troppo grave il malore che l’aveva colpita. E nell’azienda che ha sede in viale Italia, in tanti hanno appreso la notizia in lacrime. “Una collega radiosa, dotata di spiccata empatia e dalle indiscusse capacità professionali. Era arrivata da noi per il tramite di un programma di aiuto alla popolazione ucraina attuato dalla Croce Rossa – spiegano i colleghi, come riporta Il Messaggero -, che ci aveva chiesto se volevamo aderire a un programma di sostegno ai cittadini ucraini, dando loro lavoro. Così abbiamo attivato uno stage per Sofia che stava ancora studiando. Si è laureata mentre svolgeva lo stage da noi”.

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Originaria di Kiev, si era stabilita a Conegliano nel 2018. Notevole era la sua attitudine per le lingue che utilizzava al meglio nel suo lavoro. “Si occupava in particolare del MarketPass, il settore dove vengono posti in vendita i prodotti. Sofia curava in particolare le descrizioni che devono essere accurate e al contempo agili. Era molto brava”.

La tragedia venerdì scorso, quando la nonna in bagno l’ha trovata a terra priva di sensi: proprio lei ha allertato i soccorsi e l’elicottero ha portato la giovane al Ca’ Foncello. I genitori, disperati, sono arrivati a Conegliano dall’Ucraina.

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