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Cronaca

Di Caprio e De Niro star di “Killers of the flower moon”, Scorsese: “Sul set non si sopportano”

Due star ai ferri corti sul set: il grande regista racconta il difficile rapporto tra i due attori italoamericani

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Che «Killers of the flower moon», l’ultima fatica cinematografica di Martin Scorsese sia destinato a fare il cosiddetto botto è cosa certa. A garantirlo sono innanzitutto i critici del grande schermo, che assicurano trattasi dell’ennesimo capolavoro del regista italoamericano. Forte di due “top player” che rispondono ai nomi di Robert De Niro e Leonardo Di Caprio, il film promette lunghe file ai botteghini. Ma è proprio sul rapporto tra le due grandi star che, nel corso di un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, Scorsese si sofferma sul loro…diciamo complicato rapporto durante le scene sul set.

Il motivo? L’ossessione maniacale di Leo quando c’è da girare una scena, laddove la richiesta di ripetere più volte le battute, riconsiderando lo stesso copione, fa sovente andare su tutte le furie De Niro. “È andata per le lunghe. A un certo punto De Niro non voleva più parlare, io e Bob ci siamo guardati spesso, l’uno con l’altro, e abbiamo alzato gli occhi al cielo» ha raccontato il regista di Taxi Driver. «Dopo due anni che avevo lavorato alla storia – ha raccontato Scorsese anche a The Irish Times – Leo è venuto da me e mi ha chiesto dove fosse il cuore della storia».

Ma, a quanto pare, è solo e soltanto una questione caratteriale perchè in fondo, quella tra i due attori italoamericani è un’amicizia trentennale. Un rapporto saldo e duraturo sbocciato nel 1993 nel corso del film «Voglia di ricominciare», quando un giovanissimo Di Caprio duettò con De Niro nei panni di un violento patrigno tirapugni. Che poi, a caldeggiare la sua scritturazione con Scorsere è stato proprio il veterano di Hollywood.

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Cronaca

Pagamenti alle imprese, 2 miliardi di euro “bloccati” alla Regione, l’ira di Schifani

Il governatore ha inviato un ultimatum ai dirigenti generali minacciando di revocare loro l’incarico

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Nelle casse della Regione Siciliana restano bloccati circa 2 miliardi. Si tratta di fondi che gli Assessorati avrebbero dovuto utilizzare per pagare imprese, dipendenti e altre categorie entro il 31 dicembre scorso e che adesso sono impigliati in procedure contabili complesse.

La circostanza, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, avrebbe fatto infuriare il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha inviato ieri un ultimatum ai dirigenti generali minacciando di revocare loro l’incarico nel caso in cui non riescano a recuperare i ritardi in tempo brevi.

Schifani, secondo il quotidiano, ha dato una settimana di tempo, in particolare ai vertici dei dipartimenti Energia, Territorio e Ambiente e Infrastrutture. Se entro il 3 maggio non verrà completato il cosiddetto riaccertamento dei residui attivi “tale grave inadempienza potrà avere come conseguenza la decadenza dell’incarico dirigenziale”.

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L’ira del Governatore nasce da una protesta che una imprenditrice gli ha rivolto nei giorni scorsi per il mancato pagamento di un credito vecchio di parecchi mesi. La situazione di questa imprenditrice, che ha scritto formalmente a Palazzo d’Orleans, è simile a quella di tante aziende che attendono il pagamento di lavori e forniture almeno dalla fine dell’anno scorso.

Ciò che è successo, spiegano dall’assessorato dell’Economia, è frutto di regole contabili molto complesse. In pratica, le obbligazioni assunte ogni anno dalla Regione vanno saldate entro il 31 dicembre. Quando ciò non avviene, per potere pagare, bisogna fare nei primi mesi dell’anno successivo il cosiddetto riaccertamento. E questo è quello che non è avvenuto tempestivamente: in particolare nei tre dipartimenti citati nella nota di Schifani ma più in generale in quasi tutti gli assessorati.

Al punto che la nota inviata dal Presidente ai dirigenti precisa che Palazzo d’Orleans aveva dettato già il 23 novembre le linee guida per chiudere questa certificazione rapidamente. Una seconda direttiva, il 26 marzo, indicava il termine del 3 aprile per provvedere. Ma Schifani scrive nella nota che “permangono rilevanti irregolarità nelle risultanze contabili gestionali”. E aggiunge che “ciò arreca nocumento all’amministrazione in termini di blocco della spesa”.

A Schifani non sfugge che ciò che resta nei cassetti sono per lo più i pagamenti alle imprese. Nel pieno di una difficile campagna elettorale Palazzo d’Orleans ha quindi giocato d’anticipo dando un ultimatum agli assessorati per chiudere la partita dei pagamenti entro maggio. Prima che aprano le urne.

Nei cassetti restano però anche pagamenti ad altre categorie: in primis i premi di rendimento ai regionali e poi finanziamenti di molteplici finalità. Per un totale, stimato, di almeno un miliardo e ottocento milioni, se non qualcosa di più.

L’irritazione di Schifani nasce anche dal fatto che i ritardi degli anni scorsi nel riaccertamento e dunque nel pagamento delle imprese erano dovuti per lo più al prolungato esercizio provvisorio. Ma quest’anno – è l’obiezione del Governatore – la Finanziaria è stata approvata a metà gennaio, dunque si poteva e doveva chiudere in fretta anche i conti del 2023.
Bocche cucite nei dipartimenti, fa sapere il quotidiano. Anche se filtra che buona parte delle pratiche potrebbe essere completata davvero entro il 3 maggio in modo da liberare i primi pagamenti nei giorni successivi. Almeno 900 milioni potrebbero essere sbloccati quindi entro la prima settimana di maggio ed il resto, è sempre il calcolo fatto dagli uffici, entro la fine del mese.

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Cronaca

Raid punitivo davanti alla moglie ed al figlio: Campofelice Roccella, due arresti

I due si sarebbero introdotti all’interno della casa aggredendo il malcapitato davanti alla propria famiglia

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Un vero e proprio raid punitivo, davanti alla moglie ed al figlio di un 40enne. I carabinieri di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, uno dei quali già noto alle forze dell’ordine, accusati a vario titolo di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia.

L’attività investigativa condotta dai militari della Stazione di Campofelice di Roccella, scaturisce da una lite scatenatasi durante una sera di inizio mese, in un bar del centro cittadino, tra i due indagati e un 40enne loro connazionale.

L’indagine dei Carabinieri, avviata nell’immediatezza dei fatti, ha consentito, in meno di 24 ore, di delineare un grave quadro indiziario, accolto dal provvedimento cautelare, in ordine le condotte violente poste in essere dai due fratelli.

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Nello specifico, successivamente al diverbio, i due uomini avrebbe reagito organizzando un vero e proprio raid punitivo nei confronti del 40enne.

Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima presso la propria abitazione e, sfondando la porta d’ingresso dell’appartamento di quest’ultimo, si sarebbero introdotti all’interno della stessa aggredendo il malcapitato sotto gli occhi inermi della moglie e del figlio minore.

I presunti autori materiali dell’aggressione sono stati tradotti presso l’Istituto Carcerario di Termini Imerese, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

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Cronaca

Schianto contro auto, muore giovane motociclista a Marsala

Lo schianto ha provocato un volo di diversi metri, con il motociclista che è andato poi a finire contro un’altra auto, parcheggiata

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Ancora un grave incidente nel Trapanese: a Marsala, in contrata Torrelunga Puleo, ha perso la vita un motociclista, anche se le circostanze sono da ricostruire.

E’ avvenuto tutto nella serata di ieri, lunedì 29, dove il giovane alla guida del due ruote avrebbe sorpassato un’auto, ma sarebbe andato a finire su un’altra vettura.

LEGGI ANCHE: Scontro sulla Palermo-Messina, carabiniere muore a 23 anni

Lo schianto ha provocato un volo di diversi metri, con il motociclista che è andato poi a finire contro un’altra auto, parcheggiata.

A lanciare l’allarme è stato un carabiniere libero dal servizio ma, secondo quanto raccolto, per il giovane non ci sarebbe stato nulla da fare: il motociclista è stato trasportato in ospedale, a Marsala, ma lì è stato dichiarato il decesso. (foto archivio)

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Cronaca

Diversi roghi nella provincia di Ragusa: in campo numerose squadre di vigili

Anche nella Valle dell’Ippari è stato necessario un intervento, e per domare le fiamme è stato chiesto anche l’aiuto della Protezione civile

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Impegnate diverse squadre dei vigili del fuoco, arrivati da Ragusa, Modica e Palazzolo Acreide, per incendi nella provincia di Ragusa. Diversi roghi sono divampati nelle località di Pagliarello, Punta Secca, il Canneto, Torre di Mezzo.

Anche nella Valle dell’Ippari è stato necessario un intervento, e per domare le fiamme è stato chiesto anche l’aiuto dei volontari della Protezione civile.

La maggior parte dei roghi è stata spenta, mentre in serata, ieri, è ripreso l’incendio a Torre di Mezzo, con altre squadre dei vigili impegnate nelle operazioni di spegnimento.

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